L’avventura dei Temple of the Dog cominciò quando Chris Cornell dei Soundgarden scrisse due canzoni dedicate al suo amico Andrew Wood, che era morto di un’overdose di eroina nel marzo 1990. Wood fu mantenuto in vita dalle macchine per tre giorni dopo l’overdose così che Cornell ebbe modo di vederlo prima che morisse e fu profondamente scioccato dall’esperienza. Wood era il cantante di una promettente band di Seattle, i Mother Love Bone in cui suonavano Stone Gossard e Jeff Ament. I due stavano formando una nuova band che si sarebbe poi chiamata Pearl Jam.
Cornell si riunì ai due ex Mother Love Bone e al chitarrista Mike McCready con l’idea di registrare alcune canzoni di Wood e le due canzoni di tributo. Per paura di essere accusati di speculare sulla tragedia utilizzando il lavoro di Wood, la band decise di pubblicare un album di materiale originale come tributo a Wood. Scelsero il nome “Temple of the Dog” da un verso della canzone “Man of Golden Words” dei Mother Love Bone.
“Hunger Strike” fu l’ultima canzone scritta e registrata per l’album; Cornell la scrisse perché avevano solo nove pezzi e nutriva un odio compulsivo per i numeri dispari.
A proposito del testo Cornell ha detto “Volevo esprimere la gratitudine per la mia vita ma anche il disprezzo per la gente che non si accontenta, che vuole sempre di più. A volte sembra che non ci sia altro modo di avere molto più di ciò di cui hai veramente bisogno che rubarlo ad altri che non potrebbero permettersi di dartelo. La canzone parla di come i ricchi si approfittano di chi non ha niente.”. (La vecchia cara guerra dei centomila anni, verrebbe da dire). Molto probabilmente la canzone si riferisce anche al divario tra i ricchi paesi del cosidetto “Occidente” il cui (relativo) benessere è fondato sullo sfruttamento e i paesi poveri del Sud del mondo.
Il testo della strofa è ripetuto due volte nella canzone, perché Cornell sentiva di aver detto tutto quello che voleva dire sull’argomento con queste parole. I Temple of the Dog registrarono la canzone lo stesso giorno che Eddie Vedder volava a Seattle da San Diego per un provino per la nuova band che sarebbe diventata i Pearl Jam: l’8 ottobre 1990. Era la prima volta che conosceva gli altri, e mentre aspettava rimase da parte per la maggior parte della session.
Cornell aveva in mente di cantare sia la parte alta che la parte bassa del ritornello (“Going Hungry”) da solo con l’aiuto di sovraincisioni, ma non riusciva a cantare bene nel registro basso. All’improvviso Vedder si avvicinò al microfono e cantò le parti basse del ritornello, ed ecco che scattò l’idea di Cornell. Con due voci distinte, Cornell avrebbe cantato la strofa all’inizio della canzone e a seguire Vedder avrebbe ripetuto le stesse parole, con un sound diverso. Con le due voci la canzone cominciò a funzionare e divenne il singolo trainante dell’album.
Fu un momento topico per Vedder, che era riuscito a inserirsi nella canzone di Cornell senza sembrare arrogante e si era guadagnato il rispetto della band. Questa canzone è stata la prima incisione di Vedder per un disco ufficiale. In precedenza aveva inciso solo alcuni demo con la sua vecchia band, i Bad Radio.
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