3 responses to “Dove nascono le CCG”

  1. Essendo l’Anonimo sempre filologicamente esatto, occorre specificare che non si tratta di uno “scantinato”, bensì di un autentico, vecchio garage. Sul collo dell’Anonimo, con la costola bianca, impende a sinistra una grammatica basca (euskara) da lui personalmente tradotta in italiano nel 1987 con una monumentale macchina per scrivere tedesca “Olympia” del 1937, che poggia sulla fotocopia di un dizionario monolingue svedese in due volumi, il quale a sua volta poggia sul “Sanskrit Dictionary” di Arthur MacDonell, Oxford 1953. Tutto è tenuto ritto da “Senza tregua” di Giovanni Pesce.

  2. Ah i bei tempi andati in cui l’anonimo a me presumibilmente ben noto anonimo si applicava in un oscuro scantinato dal nome altisonante di “Free Cellar republic” – se la memoria non mi tradisce all’ascolto di Radio Tirana e sopratutto radio Bucarest.
    A noi non fini conoscitori di idiomi – anzi ignoranti integrali di idiomi – pareva magia il fluire di notizie in quelle magiche lingue.
    L’atmosfera della foto pare simile solo il luminosso schermo pare segno di una modernità conquistata.

  3. La memoria, caro Luca Monducci, non ti tradisce. Ebbene sì, si chiamava propro “Free Bird’s Cellar Republic”, il nome derivava da una canzone piuttosto famosa di Leonardo Sacerdote (più noto come “Leonard Cohen”, ndr) e aveva una bandiera rossa verde e gialla con un cuore nel mezzo. Radio Tirana e Radio Bucarest vi fluivano liberamente, ma si poteva comunque seguire le gesta del compagno Nicolae Ceausescu e del compagno Enver Hoxha, perché le due emittenti, dagli inconfondibili segnali poi immortalati da Franco Battiato in “Ethika fon ethica” /v. sito/, trasmettevano anche indimenticabili notiziari in lingua italiana, sintonizzandosi dopo le ore 23 nel fumoso e alcolico sgabuzzino condominiale. Una vita di sgabuzzini antichi, obsoleti, pieni di cicche, di libri, di topi e, ogni tanto, di circonvoluzioni sessuali con la celebre Albanese, la quale -lei- non era conterranea di Enver Hoxha. Ach so, tempus fugit, ruit hora!