E così ce l’hanno fatta a spegnere un’altra voce antifascista. Pavlos Fyssas era uno dei più noti rapper greci, “Killah P” (“Killah” sta per “killer”), nonché militante nel gruppo antifascista di sinistra Ανταρσία (“Resistenza”, ma con un termine che riporta agli αντάρτες, i partigiani greci della resistenza contro l’occupazione nazifascista e nella successiva guerra civile). Aveva pubblicato numerosi album, tra i quali Μια μαλακία και μισή (“Una stronzata e mezzo”, ma anche, volendo, “Una sega e mezzo”) dal quale è tratta questa canzone Να με θυμάσαι (Ricordati di me) che, a due giorni dal suo assassinio, presentiamo incompleta nel testo. Solo questo (la seconda strofa) abbiamo potuto per ora reperire in rete, ma le ricerche continuano di questa e altre canzoni. E’ il nostro modo perché la parola “solidarietà” non resti, appunto, una parola; far sì che le parole e le canzoni di un antifascista ammazzato in quanto tale siano conosciute. E questo pur breve brano, un frammento di una canzone, ci fa capire meglio come mai Killah P sia stato assassinato. Leggendo il testo di quest’altra canzone, invece, non si può non avere il senso come di una tragica profezia da parte di Killah P.:
E quelli che mi hanno minacciato con catene roventi
voglio che sappiano che non avrò paura.
Che vengano a trovarmi quassù in cima alla montagna,
li sto aspettando e non avrò paura.Mi hanno detto di non fare sogni pazzi
e di non osare di guardare le stelle,
ma non li ho mai presi sul serio,
ho preso il mondo intero nelle mie braccia.Non piangerò e non avrò paura.
Non lascerò che rubino i miei sogni,
io volo libero, lassù in alto, altissimo
e loro invidiano le mie ali fiere e indipendenti.
Nelle prime ore di mercoledì 18 settembre 2013, Pavlos Fyssas, 34 anni, è stato provocato da una persona in un bar di Amfiali, nel municipio di Keratsini al Pireo. I media riportano che la discussione sarebbe iniziata su questioni calcistiche, per poi proseguire su questioni politiche; qui è avvenuto l’assassinio. Tutto però lascia credere che Killah P, noto per la sua militanza, abbia subito un’azione premeditata da una squadraccia fascista: l’assassino, innanzitutto, è un 45enne che ha dichiarato subito dopo l’arresto di essere membro di “Alba Dorata” (Χρυσή Αυγή), il partito neonazista greco che, sguazzando nella devastante crisi greca, è riuscito ad ottenere sempre più consensi e seggi in parlamento. All’assassinio di Killah P hanno partecipato, secondo le testimonianze, da cinque a quindici altre persone. Una squadraccia vera e propria, quindi: Pavlos Fyssas è stato accoltellato a morte sotto gli occhi delle unità DIAS (la polizia in moto). Un omicidio non casuale, programmato, che arriva proprio nel momento in cui i movimenti riprendevano slancio, con lo sciopero a oltranza dei professori (adesioni sopra il 90%) e lo sciopero generale di 48 ore (oggi e domani) convocato contro gli ennesimi licenziamenti, di circa 25.000 lavoratori. Già stamattina ci sono stati i primi assalti alle sedi del partito nazista. A Creta, decine di antifascisti hanno assaltato gli uffici di Alba Dorata e si sono scontrati con la polizia. A Patrasso, la sede del partito è stata data alle fiamme. Durante gli scontri un uomo ha minacciato con un’arma i manifestanti. Dopo il suo arresto si è scoperto che si tratta di un ufficiale della marina italiana.
Un delitto infame, ma anche un delitto ampiamente annunciato, perché al di là di luogo, circostanza e identità della vittima era purtroppo soltanto questione di tempo perché l’escalation di violenze da parte del partito neonazista greco, Alba Dorata, sfociasse nell’omicidio. Aggressioni a migranti, gay e militanti della sinistra sono ormai all’ordine del giorno e soltanto una settimana fa è stata sfiorata la tragedia, allorché un gruppo di militanti del KKE (partito comunista greco) è stato aggredito a freddo e a suon di sprangate.
D’altronde, i neonazisti sono galvanizzati dal consenso che riescono a canalizzare in una Grecia devastata dalle politiche d’austerità della Troika (siedono in Parlamento e i sondaggi li danno al 13% delle intenzioni di voto) e dalle ampie complicità di cui godono all’interno della polizia greca. Insomma, sono un fenomeno in preoccupante crescita, come ci ricorda anche l’ottima inchiesta di Leonardo Bianchi, Nazisti sull’orlo del potere. Il caso Alba Dorata, pubblicata pochi giorni fa su MicroMega. [RV]
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