Visto che in questi giorni impazza sui media nazionali il dialogo tra credenti e atei, e assistiamo allo spettacolo di papi in carica che scrivono ai direttori emeriti di giornali e papi emeriti che rispondono ai matematici, vorremmo anche noi – nel nostro piccolo – proporre uno scambio di opinioni svoltosi alcuni anni fa tra uno dei nostri credenti preferiti, Padre Alex Zanotelli, e il nostro miscredente preferito, Riccardo Venturi, a margine della canzone Religion dei Ten Years After.
Io non ho mai capito veramente la religione
A parte che sembra una buona scusa per uccidere
Io non ho mai potuto veramente prendere una decisione
E penso che mai veramente lo farò
Bisognerebbe sul serio ricondurlo alla sua vera natura, questo famoso “messaggio evangelico”, una volta o l’altra. Ammettendo che Gesù sia esistito, persino serissimi e ben precisi studi di teologia biblica (me ne sono curiosamente occupato di recente in modo -diciamo- forzato) tendono a situare il presupposto Gesù storico nell’ambito di una sorta di fondamentalismo ebraico (più particolarmente nei movimenti iniziati da tale Giuda Galileo, da distinguere ovviamente dal Giuda Iscariota), movimenti di resistenza e di recupero dell’ “identità ebraica” incentrati sul “servire Dio o Cesare” e nati nella particolare situazione di estrema instabilità politica della Palestina del I secolo. Movimenti che, senza mezzi termini (come scrive ad esempio la teologa svizzera Annette Merz in un suo studio), erano tesi alla fondazione di una società teocratica.
Una parte di tali movimenti “Giuda Galileo-derivati” aveva come cavallo di battaglia qualcosa che suona curiosamente attuale: il rifiuto di pagare le tasse all’occupante romano. In questo si distinse tale Sadduk, che incitò la popolazione ebraica prima alla disobbedienza civile e che ebbe una parte non indifferente nello scoppio della guerra giudaica che si concluse con la disfatta e con la distruzione del Tempio. Il movimento di tale Yehoshuah, invece, pur condividendo la necessità di una ribellione, la aveva situata in ambito del tutto “spirituale”, ultraterreno, slegato dalle contingenze del momento. La questione del “tributo a Cesare” è fondamentale per tutti gli sviluppi futuri: Yehoshuah sosteneva infatti che l’obbedienza alle autorità terrene era fuori discussione, quali che fossero. A loro si doveva pagare ciò che era loro dovuto. Quel che veramente contava era l’ “autorità superiore”, divina. Ovviamente sto semplificando questioni complesse, ma credo sia facile cogliere tutte le conseguenze di tale modo di ragionare; anche perché sono state e sono tuttora il fondamento del potere della chiesa cattolica. Dire che la chiesa cattolica “ha tradito i veri insegnamenti di Gesù” è un controsenso: questo “Gesù-uomo” (e lo dicono non degli anarchici incalliti o dei miscredenti, ma dei pontifici teologi!) ha posto le basi della chiesa coi suoi “insegnamenti”. Primo fra tutti quello di pagare sempre e comunque il “tributo” all’autorità; tanto il vero “regno” è quello “dei cieli”.
La questione della chiesa non è soppesare quel che di “buono” o di “poco buono” essa abbia fatto; essendo formata da uomini, è chiaro che tra di loro possono esistere ed esistono persone del tutto degne. E’ invece necessario considerarla secondo quelli che sono i suoi fondamenti istituzionali, il suo messaggio-base. Il quale è il seguente: qualsiasi forma di oppressione, di repressione e di imposizione è giustificata perché bisogna “pagare il tributo a Cesare”. E questo l’ha detto Gesù stesso! Poi, sia ben chiaro, in mezzo ci ha infilato il “messaggio d’amore” (o “evangelico”) che è riuscito a mascherare alla perfezione il nòcciolo della questione. Con tutto questo sublime “amore”, il messaggio della chiesa di Gesù è: obbedisci e stai zitto. Se obbedisci e stai zitto, Dio ti ama. Ama Dio e il prossimo tuo, però intanto obbedisci e stai zitto. Sopporta. Esercita le virtù della “pazienza” e della “carità”, anche i ricchi possono entrare nel regno dei cieli se sono “caritatevoli”, lavora (anzi: ora et labora) e, soprattutto, taci e accetta le verità incontrovertibili & infallibili. Tutto il resto è “peccato”.
Gesù non è stato affatto “tradito”. E’ un reazionario, come reazionario ed oppressivo è stato tutto ciò che è venuto dopo, in suo nome. Come (presupposto) fondatore di una morale prescrittiva -né più e né meno di Maometto- è l’iniziatore di tutto il reazionarismo che ha marcato la civiltà occidentale. Ma tanti sono cascati come pere cotte nel “messaggio d’amore”.
Indi per cui, voler porre contrapposizioni e “differenze” tra religioni basate su “verità rivelate” che si sono trasformate, per loro stessa natura, in perfetti e adattabili strumenti di oppressione perfettamente organici ai sistemi di potere che si sono succeduti nelle varie epoche, è assolutamente ridicolo.
(Riccardo Venturi)
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Allora l’hanno crocefisso i poveri, mentre i potenti stavano lì a guardarlo morire in lacrime. oh, me l’immagino i farisei che cercavano di strapparlo dalla morte, loro che avevano fatto tutto perchè andasse a predicare beati i ricchi perchè hanno un sacco di soldi in banca, beati gli arroganti perchè faranno i porci comodi loro…
mmhh, non era così, non proprio così,vero?
(Alex Zanotelli)
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Le ipotesi sono due.
1) O chi ha scritto questo intervento è un bischeraccio qualsiasi che ha deciso, una bella sera, di firmarsi con il nome di padre Alex Zanotelli; al che non dovrei nemmeno rispondergli e dirgli semplicemente di posare il fiasco (specialmente se è in giovane o giovanissima età; se viceversa è in età avanzata, può benissimo attenersi al famoso detto veneto quando eo caveo tende al bianchin, lassa la mona e tàchiti al vin, senza però scrivere bischerate sulle “Canzoni contro la guerra”);
2) O chi ha scritto l’intervento di cui sopra è padre Alex Zanotelli in persona, e la cosa mi stupirebbe alquanto. Perché conosco Alex Zanotelli, seppure non di persona, e non lo riterrei capace di scrivere cinque righe di una superficialità che posso ammettere in don Pippo, curato della parrocchia del Sacro Menisco di S.Girolamo, ma non in una persona della sua caratura. Tutto questo, beninteso, mi fa proprendere fortemente per la prima ipotesi.
I poveri? Mi scusi, ipotetico padre Zanotelli, ma chi ce lo dice che ci stavano i poveri a guardare morire in lacrime quei tre disgraziati che strascinavano la croce su per la montagna del Teschio? I Vangeli? La dobbiamo per forza prendere come verità storica, quella dei Vangeli? Cioè, non basta che ci venga inculcata come verità rivelata, con tanto di morti resuscitati, di moltiplicazioni di pani e di pesci, di giratine fuori dal sepolcro a base di “noli me tangere” e tante altre belle cosine? Dobbiamo anche immaginarci masse di diseredati in lacrime? Mi scusi, ma lei può credere a quel che vuole; io, personalmente, Venturi Riccardo abitante in Firenze via F. Tozzi n° 3, non ci credo.
Cerco, nei tragici limiti del mio possibile, di basarmi su dei fatti. Fatti che, ad esempio, mi parlano di qualche piccola contraddizione proprio in quei Vangeli. Quelli in cui si dice da un lato che non si può servire al tempo stesso Dio e Mammona, ma che poi, per bocca di San Luca, si affrettano a dire che il denaro non è cattivo in sé, basta saperlo ben utilizzare e “donare ai poveri”. Nel prosieguo della storia della chiesa si è infatti visto quanto essa abbia in realtà “donato ai poveri”; e guardi che non sto certo parlando dell’attività di numerosi e lodevoli sacerdoti o uomini di chiesa, che magari ai poveri hanno donato l’intera loro vita (al pari di tanti che uomini di chiesa non erano, e che non credevano nemmeno in Dio). Sto parlando della chiesa come istituzione.
Quanto ai “ricchi beati”, sempre nei Vangeli si dice da un lato che è “più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli”; dall’altro, però, Luca si affretta a trovare il modello di “buon ricco” nella persona di Zaccheo. Insomma si parte da alternative radicali teocratiche (“Dio o Mammona”) e si arriva a contemplare denaro e ricchezze come possibili (e anche doverose): basta “usarle bene”.
E allora, assai ipotetico padre Zanotelli, mi lasci dire questo: nei Vangeli canonici, che lei, come uomo di chiesa, penso riconosca come scritture fondanti della sua fede, ci sono già tutti i germi delle future ipocrisie di quella universale istituzione. Ma proprio tutti. E se lei è davvero padre Zanotelli, ci sta dentro, a quella istituzione anche se ha fondato la rete Lilliput e se è andato a Genova e al Social Forum di Firenze. Perché non si fanno proprie le riflessioni di Jeremy Brecher e di Tim Costello “contro il capitale globale”, stando dentro un’istituzione che, con tutto il suo “amore” e con tutti i suoi Gesù, al capitale globale e alle sue malefatte ha dato e continua a dare una bella mano. Insomma, ipotetico padre Zanotelli, si decida: o dentro o fuori. Che “non si possono servire due padroni” lo dovrebbe aver detto il suo Gesù de’ poveri in persona; e se vuole star dentro, sappia che non credo affatto alla possibilità di “cambiare le cose dall’interno” in un’istituzione che esige sempre e comunque obbedienza.
E stanti queste ipocrisie e queste terrificanti ambiguità già presenti nei testi fondanti, la figura di Gesù, quale che sia la sua effettiva consistenza storica, appare come un pretesto, così come pretesti sono sia i “poveri” che i “ricchi”, sia “Mammona” che la “carità”.
Mi spiace, ma io la penso così.
Cordiali saluti da un senzadio che, se potesse, diventerebbe ancor più senza di quello che è e ne sarebbe assai felice. Ma mi ci sto impegnando fortemente.
Riccardo Venturi.
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Caro Riccardo
Scusa se ti do del “tu” ma non amo i formalismi.
Vorrei con profondo spirito d’umilta’ farti conoscere il “mio” Gesu’ di Nazareth,quello che :
“Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili. (Lc 1, 52)
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote. (Lc 1, 53)
E proprio attraverso gli umili,i poveri,i diseredati,gli emarginati che ho incontrato Cristo in tutti i Korogocho del mondo. E se Gesu’ non fosse stato il primo a praticare la non violenza in quella Galilea oppressa e umiliata dall’imperialismo romano in nome di un universale concetto di fratellanza e amore ???
Certo,anche a me di fronte alle ingiustizie,alle violenze e ai soprusi di cui sono stato testimone non ho potuto fare a meno di chiedermi : Dio, ci sei, è impossibile che non intervenI di fronte ad una sofferenza così atroce ?
Ma oggi Dio è impotente, è malato,ma oggi Dio è impotente, è malato.Potrà guarire solo quando guariremo noi.Solo noi oggi possiamo far qualcosa.Dio non può più.Ognuno di noi è importante perché vinca la vita”.Dio non è onnipotente ?
Più ci rifletto e più mi convinco che forse Dio non è l’onnipotente che pensiamo noi.È il Dio della croce.Forse è un Dio debole,che si è autolimitato,che può salvarci solo attraverso di noi.Purtroppo sulla “struttura” gerarchica del Vaticano non posso darti torto.E penso che tu possa immaginare che io ho sempre preso la distanza fra coloro che hanno Dio sulla bocca ma non nel cuore :
“Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede » (1 Gv 4, 20)
E perche’ non disobbedire ???
L’obbedienza e’ grande solo nei confronti della leggi divina,ma non in quella umana e riguardo ad essa Don Milani
gia espresse il suo(e mio)parere “L’obbedienza non e’ piu’ una virtu”. Ti ricordo poi che la Chiesa (in senso di Eclésia) non e’ ne l’edificio ne una gerarchia,ma la comunità di fedeli,di uomini fratelli in Cristo
Ti lascio dedicandoti una massima del Vangelo che riguardi direttamente te
“Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio”(Mt 5,3-12)
Tanti saluti dall’umile servo di Cristo :
ALEX ZANOTELLI
*
Caro Alex,
qui, come dire, finalmente ti vedo. Formalismi? Non mi conosci. Se potessi, eliminerei da tutte le lingue che le hanno le cosiddette “forme di cortesia”, la cui vera natura non è la gentilezza, ma la distanza. Farei come in islandese, o in ebraico, dove i “lei” e i “voi” non esistono. Posso garantirti che hai a che fare con la persona meno formale di questa terra.
Dicevo che qui ti vedo, con la tua storia.
E dovremmo allora parlare della non-violenza che propugni, e che cerchi di testimoniare (quindi di vivere) con le tue azioni.
Ho rispetto della non-violenza; e non potrebbe essere altrimenti. Ne ho rispetto come metodo, come strumento di lotta, come risposta coerente alla violenza del potere. A condizione che non venga imposta come unica possibilità o addirittura come dogma. Ho purtroppo avuto a che fare, nella mia condizione di sconosciuto che a tutto aspira fuorché ad essere in qualche maniera “noto”, con presupposti “nonviolenti” la cui tracotanza e il cui disprezzo verso tutto ciò che non rientrava nei loro canoni si trasformava sovente in una mitragliatrice. Ad esempio, è stato una volta da una nota “nonviolenta” che, durante una discussione, mi sono visto augurare che mi prendesse un cancro. Tu pensa.
Credo che nelle tue parole risalti una cosa fondamentale. Quel “tuo” Gesù. Il punto focale è l’aggettivo possessivo. Così come tu mi parli del “tuo” Gesù, io potrei parlarti del “mio” Buenaventura Durruti. Così come tu mi parli del “tuo” Gesù, io potrei parlarti del “mio” Johann Most, o del “mio” parroco Meslier, o del “mio” Majakovskij.
In definitiva, ognuno dovrebbe (e potrebbe) avere l’onestà di dire che la persona presa, con tutte le ovvie considerazioni del caso, come “simbolo” (o “modello”; si tratta di termini altamente imperfetti, ma li uso in mancanza di meglio), è quella che si sceglie per corrispondenza più o meno forte con se stessi. Tu ci hai Gesù; io no. Poi si andrà a vedere che cosa tutti questi personaggi-simbolo abbiano effettivamente combinato, basandosi possibilmente su fonti che non siano quelle imposte e mediate dal sistema, o dai sistemi che si sono succeduti nelle varie epoche,
Ho delle forti riserve, per usare un eufemismo, sulla capacità di Gesù (qui non uso l’aggettivo possessivo, come vedi) di “rovesciare i potenti dai troni”. Direi che, anzi, molti potenti sui troni hanno avuto in Gesù e, in generale, nella religione, un prezioso alleato. Anzi, più che un alleato: una componente perfettamente organica al loro potere.
Certo, con il “tuo” Gesù (e qui, invece, uso l’aggettivo possessivo) hai incontrato tutti i Korogocho del mondo, e magari assieme a te li hanno incontrati i monsignor Romero, i don Gallo, gli Ernesto Cardenal e soprattutto i tanti sconosciuti religiosi il “cui” Gesù li sicuramente spinti a fare quello che hanno fatto. O non penserai mica che abbia gli occhi foderati di prosciutto, eh; non vedere certe cose sarebbe come averceli foderati con un intero salumificio, altro che prosciutto.
Quel che abbia fatto e propugnato Gesù nella Galilea oppressa dall’imperialismo romano, in realtà, non è dato saperlo con certezza. A modo suo, comunque, lottava contro l’imperialismo romano anche Barabba. Questione di metodi. E’ pur vero che poi, in nome di Gesù, tutto un mondo è stato rovesciato; ma in questo modo, Gesù è poi diventato uno degli strumenti del nuovo potere del nuovo mondo. Si è, in pratica, trasformato a sua volta in uno strumento di oppressione.
E chi continua a proporlo come modello, come simbolo, come quel che ti pare per un’azione rivolta contro il potere e contro il sistema, deve fare i conti molto spesso con quello stesso Gesù che del potere e del sistema è a sua volta un simbolo. Trovo che questa sia una dicotomia risolvibile soltanto con una scelta netta.
Ora, il bello è che nel tuo intervento anche tu esprimi dei dubbi. E questi sono dubbi perfettamente umani verso i quali non solo ho rispetto, ma enorme comprensione. Ti dai una risposta che, a mio parere, è focale: “Dio è impotente e malato perché gli uomini sono malati e devono guarire”. A modo tuo, non so se te ne sei reso conto, hai dato una risposta che non esiterei a definire atea. Siccome di mestiere faccio l’interprete e il traduttore, interpreto e traduco: sono gli uomini che creano Dio, non viceversa. Agli uomini malati corrisponde un Dio malato, non viceversa. E ci sarebbe allora da chiedersi se non sia questa malattia, e non il “peccato”, ad essere originale. Se nella stessa delega della propria vita, e della vita degli uomini, ad una o più entità soprannaturali, non vi sia qualcosa di terribilmente malato. Anche se, va da sé, non di rado alcuni riescono ad agire in modo giusto e degno nel suo nome. Questo fa parte delle infinite possibilità dell’uomo. Dell’uomo, non del Signore.
Posso capire che questi siano discorsi duri per un uomo di fede. Ma verso gli altri uso il metro della chiarezza, della non fraintendibilità. Lo uso come somma forma di rispetto. La confusione fa a cazzotti con il vero rispetto.
Ti chiedi: perché non disobbedire?
Giusto. Ma io mi chiedo allora: perché obbedire?
Questa distinzione non è un cavillo, non è un bizantinismo. La disobbedienza presuppone che vi sia una qualche varia forma di obbedienza cui disobbedire. Il non obbedire significa invece rifiutarsi di obbedire a qualsiasi cosa. Mi chiedo: come fai tu, uomo di chiesa, contemporaneamente a disobbedire e a obbedire? Una qualche forma di obbedienza ti è necessaria, se intendi restare nell’istituzione-chiesa.
Per il resto, ti inviterei a visitare questo sito nelle sue varie componenti. Ci sono tutte. Compreso quelle più profondamente religiose. Io stesso, e avrai forse vagamente intuito come la pensi al riguardo, non ho esitato a volte a inserire canzoni riprese pari pari dal testo biblico. C’è anche, addirittura con uno speciale risalto, L’obbedienza non è più una virtù di don Milani (e come sarebbe potuta mancare?). C’è anche, sempre come “extra”, questa canzone di Allain Leprest tradotta in italiano da Alessio Lega. Si conclude così:
Chissà se poi è Gesù quello che hanno beccato
mentre stava rubando in un supermercato.
Non lo sapremo mai! Povere foglie morte
per un dio di successo, milioni fan da corte.
Con questo ti saluto, ti abbraccio e ti aspetto.
Riccardo Venturi.
*
Postilla per Riccardo
Hai ascoltato il mio intervento su Genova, spero che ti sia piaciuto. Riguardo al tuo sito, nel poco tempo che dedico al computer, l’ho visitato e pur trovandovi molte parti di indubbio interesse e ben curate, non ho potuto non “fremere d’orrore” per la sezione “anticlericale” se non ancor di piu’ antireligiosa. E credo che delle persone mature sappiano distinguere la fede religiosa usata come ignobile “instrumentum regni” formale, che porta a violenza e alla repressione da quella sostanziale, che caratterizzala la parte interiore, piu’ intima e profonda dell’uomo che lo eleva al contrario ad avere un rapporto piu’ migliore col mondo e gli altri. E Don Milani, San Francesco d’Assisi e Don Puglisi lo sapevano benissimo. Quindi, scusa se dico una falsità, ma l’aggettivo “anticlericale” va anche contro di loro… e contro di me !!!
In quanto all’obbedienza, essa si attiene alla nostra coscienza, e come potrei non obbedire a un Giovanni Paolo II
che prende le distanze dalla guerra in Iraq e a un Benedetto XVI che condanna il fanatismo e l’intolleranza ???
Di fronte alle disuguaglianze, all’ingiustizia e all’odio di questo mondo disobbedisco categoricamente
Con questo ti saluto affettuosamente :
Alex Zanotelli
*
Hauspostille (devozione domestica, per dirla con Brecht) per Alex.
Peccato non esserci beccati a Genova, seppure io fossi…defilato da qualche parte nel corteo. Sarà per un’altra occasione, senz’altro. Ma, per quanto sia comprensibilmente poco il tempo che puoi dedicare al computer, mi corre l’obbligo di dirti mezza parola su questo sito. La parte “anticlericale” di questo sito ne fa parte come ne fanno parte ogni sorta di canzoni provenienti da autori e ambienti religiosi, da Don Milani fino a Amazing Grace, dal pastore Niemöller fino a arrivare addirittura al recentemente scomparso Claudio Chieffo, ciellino di riconosciuta fama. C’è, insomma, di tutto; la sezione anticlericale fa parte del “mare magnum”. Ne fa parte esattamente nel senso che hai espresso con giuste parole, così come le espressioni della più sentita religiosità e della fede più autentica ne fanno ugualmente parte. Non abbiamo mai operato distinzioni di sorta al momento di inserire o approvare una canzone, un brano musicale o altro materiale, né mai lo faremo. Ma non riteniamo che l’aggettivo “anticlericale”, inteso come opposizione totale e radicale ad un sistema di potere di cui, che tu lo voglia o meno, la chiesa è parte storica integrante, possa andare contro, che so io, un Don Milani, uno che di quel sant’uomo del cardinale Florit ebbe a provare gli strali sulla propria pelle pur rimanendo obbediente alla chiesa (ma l’obbedienza, o non era più una virtù, mi sono chiesto a volte?); ma ad ogni modo è chiaro che, qui, le nostre posizioni sono lontane anni luce; anzi, arrivo a dire che devono esserlo, per non creare confusioni che ritengo sempre dannose per la chiarezza.
Certamente, poi, l’obbedienza (e la disobbedienza) attengono alla nostra coscienza; nulla da dire al riguardo, sebbene vi possa ragionevolmente essere qualcosa da dire, ad esempio, su un Giovanni Paolo II che condanna la guerra in Iraq ma che poi nomina quel fulgido esempio di cristiano di Mons. Pio Laghi nunzio apostolico in Argentina, lo stesso Pio Laghi che papa Wojtyla scelse come “latore ufficiale” della posizione della Chiesa a George W. Bush; peraltro, nella stessa pagina testè linkata, sono ben presenti due uomini di chiesa, Mons. Angelelli e e padre Mugica, che della dittatura argentina ben sostenuta dal Pio Laghi nominato e coccolato da Giovanni Paolo II furono vittime innocenti. Ecco, contro persone come queste non avremo mai da dire nulla; anzi; avremo soltanto da ricordarle con commozione e gratitudine. Ma anche se non ti piace la “sezione anticlericale” di questo sito, forse potresti dare un’occhiata anche alla foto che compare sulla pagina di questa canzone, specialmente al bel personaggino che appare sul balcone accanto a Giovanni Paolo II.
Mi fermo qui, senza toccare volutamente la figura dell’attuale pontifex maximus; con questo, spero che la discussione possa continuare (ma magari, se ti capita, dai un’occhiata più approfondita a questo sito per fartene un’idea più chiara).
Saluti cari!
Riccardo Venturi.
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Caro Riccardo
Non era mia intenzione aprire polemiche,la mia non era ne una critica tanto meno un giudizio,ma solo una constatazione soggettiva che intocca la sfera di cio’ che piace o no,credo cio’ un punto peraltro fondamentale di un sistema democratico.Per il resto non c’e nulla da aggiungere.Mi e’ piaciuta in particolare la parte dedicata allo sterminio del popolo armeno per la sua fede cristiana ,addirittura da uno stato che si vanta di essere “laico”
Potrei suggerirti,se non c’e gia’,una sezione dedicata al brutale genocidio etnico in Ruanda o a Tien An Men. Vorrei invitarti al mio sito Nigrizia
Ripeto, la mia non era una critica e io rispetto la tua opinione come credo tu la mia.
Ti lascio (spero che la accetterai) la mia benedizione.
A.Z.
*
Carissimo Alex, rispondendoti un po’…in ordine sparso, ti dico innanzitutto che il percorso (o sezione) sul genocidio ruandese c’è già, con canzoni che -tra le altre cose- si occupano di alcuni presupposti uomini (e donne) di chiesa come ad esempio padre Athanase Seromba. Anche qui sono ben lungi da aprire (o continuare) la polemica, ma secondo me un serio confronto su queste cose giova a tutti quanti, credenti e non credenti. Peraltro accolgo sicuramente il tuo invito a creare una nuova sezione su Tien-an-Men, dato che ci sono diverse canzoni che ne parlano.
Ti lascio dicendoti una cosa per me fondamentale: io accetto sempre qualsiasi manifestazione di amicizia, da parte di chiunque. Ed in qualsiasi modo essa venga espressa: con una benedizione, con un pugno chiuso, con un abbraccio, con un semplice silenzio. In questo modo, accetto senz’altro la tua benedizione come spero che tu accetterai il mio Ni Dieu ni Maître!
Saluti cari
Riccardo.
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