Lou Reed se n’è andato una domenica mattina d’ottobre.
Gli abbiamo reso un piccolo omaggio con un extra speciale, Sunday Morning, la canzone che apriva “The Velvet Underground & Nico”, un album che – come disse Brian Eno – avrà venduto originariamente 30.000 copie ma tutti quelli che ne hanno comprato una copia hanno poi fondato una band.
Svegliarsi una domenica mattina, un apparente risveglio tranquillo, ma con il fantasma degli anni sprecati, la paranoia di avere il mondo intero dietro le spalle, la depressione, l’ansia strisciante, i postumi dell’eroina…
Domenica mattina, gloria all’alba
ma c’è una sensazione d’irrequietezza che m’accompagna
Le prime luci dell’alba, domenica mattina
E gli anni sprecati sono appena dietro di teAttento! Hai il mondo intero alle tue spalle
c’è sempre qualcuno intorno a te che chiamerà
ma non è niente
Ma abbiamo voluto ricordare Lou Reed anche con una canzone più recente e altrettanto famosa, tratta da un album interamente dedicato a New York, in cui scriveva dei fortissimi contrasti della “Grande Mela” e sulla solita guerra dei centomila anni: Dirty Blvd.
Portatemi gli affamati, gli stanchi
i poveri e gli piscerò addosso
questo è ciò che la Statua dell’Intolleranza dice
le vostre masse di poveri accalcati
picchiamoli a sangue
facciamola finita
e buttiamoli nel viale
Lou Reed da adolescente fu sottoposto ad elettroshock per “curarlo” dalla omosessualità (o bisessualità). Da questa esperienza devastante nacque una canzone dal titolo eloquente “Kill Your Sons“.
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