La sirena chiama otto ore
così è da una vita
timbri un altro giorno tiri avanti
senza via d’uscita
i dialetti soffocati
nel regno del rumore
al reparto verniciatura
non passano le ore.E la nebbia che ci assale
ci confonde giorno e sera
sembra tutta una stagione
inverno e primavera.
E la nebbia quando cade
tra le braccia della sera
ci fa sentire come dei fantasmi
sopra una corriera.The Gang – Sesto San Giovanni
Un appello a amministratori, frequentatori, lettori, chiunque; perché in questa canzone di dialetti soffocati al reparto verniciatura, vorremmo che fosse ridato loro il respiro. Traducendola in primis in milanese, e poi in ogni altro dialetto italiano possibile.
Sono ormai diversi anni che conosciamo un gruppo di compagni di Colere (BG). Una delle realtà più belle, più generose che abbiamo incontrato. Siamo orgogliosi di averli come amici.
Anche loro ci hanno raccontato molte storie, abbiamo scelto quella di Luigino operaio alla Falck di Sesto San Giovanni. Anche il suo è un viaggio come quello di Pio La Torre, della Banda Bassotti, di Mustaphà e di Kowalsky, un viaggio che compie ogni lunedì notte da Colere a Sesto San Giovanni dove va a lavorare.
In questi ultimi dieci anni ci hanno voluto far credere che gli operai e le fabbriche erano scomparsi ma noi abbiamo sempre conosciuto da vicino una realtà diversa, quella dello sfruttamento, dell’alienazione, della crisi d’identità, del tradimento del sindacato. La canzone vuol essere anche un omaggio a Sesto San Giovanni per quello che fu alla fine degli anni ’60 quando da lì inizia l’autunno caldo.
The Gang
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