Il primo dicembre del 1955 su un bus di Montgomery la signora Rosa Parks, di professione sarta, sta tornando a casa in autobus. A quel tempo, nei trasporti pubblici di tutti gli stati del sud degli Stati Uniti e, quindi anche a Montgomery Alabama, vigeva una rigida segregazione razziale: i neri sedevano in fondo, i bianchi sedevano davanti. C’era una fila intermedia, una specie di zona di nessuno in cui i neri potevano sedersi se non c’erano bianchi che li volessero. Rosa Parks era seduta in questa fila, le viene chiesto di alzarsi per fare posto a un bianco, lei rifiuta di farlo, viene arrestata e da lì comincia la grande vicenda del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. L’arresto di Rosa Parks diede il via a un boicottaggio di massa che durerà mesi, in cui tutti gli afroamericani rifiutarono di usare i servizi di trasporto pubblico a Montgomery, mettendo in crisi ovviamente l’azienda e, infine, ottenendo l’abolizione della segregazione nei trasporti.
L’episodio, ormai mitizzato, è raccontato per esempio in una canzone dei Neville Brothers:
Sister Rosa she was tired one day
After a hard day on her job
When all she wanted was a well deserved rest
Not a scene from an angry mobA bus driver said, “Lady, you got to get up
‘Cause a white person wants that seat”
But Miss Rosa said, “No, not no more
I’m gonna sit here and rest my feet”Thank you Miss Rosa, you are the spark
You started our freedom movement
Thank you Sister Rosa Parks
In qualche modo, Rosa Parks, viene presentata come la perfetta figura della vittima: una povera vecchietta coi piedi gonfi, che torna dal lavoro, stanca, che non ce la fa ad alzarsi e che deve subire una violenta e dura repressione razzista. In realtà invece l’atto di Rosa Parks non fu un semplice gesto dovuto alla stanchezza, ma era parte di una strategia di disobbedienza civile. Nella sua autobiografia My Story la Parks scrive:
Si dice sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero fisicamente stanca, comunque non più stanca di quanto fossi normalmente alla fine di una giornata di lavoro. Non ero vecchia, anche se molti hanno l’immagine di una vecchietta che torna dal lavoro. Avevo quarantadue anni. No, non ero stanca, ero solo stanca di cedere, di arrendermi.
Parte dell’articolo è copiato da un intervento Alessandro Portelli a Radio Tre.
Nella foto: Rosa Parks su un autobus nel dicembre 1956 quando ad un anno dalla sua protesta le leggi segregazioniste sul trasporto pubblico di Montgomery vennero finalmente abrogate.
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