Non lo abbiamo visto
Non abbiamo visto Mandela
Nel posto in cui è
Nel posto in cui viene tenutoOh, il mare è freddo e il cielo è grigio
Guarda attraverso l’isola la Baia
Siamo tutti isole finché non verrà il giorno
In cui attraverseremo l’acqua brucianteUn gabbiano vola sul mare
L’infrangersi del silenzio è ciò che sogno
Chi ha le parole per dipanare la distanza
Tra te e me
Così cantava Johnny Clegg nel suo bellissimo omaggio a Nelson Mandela, censurato dal regime sudafricano.
Ma chi è stato Mandela? Il rivoluzionario comunista finito in galera grazie a una soffiata della CIA? O il presidente della riconciliazione che però non ebbe il coraggio di mettere in discussione il sistema capitalista del Sudafrica? Un internazionalista compagno di Fidel Castro, finalmente liberato in seguito alla vittoria nella battaglia di Cuito Cuanavale in Angola? O quello che si dichiarava amico di Gheddafi, leader fratello? Quello che nel manifesto dell’ANC scritto in carcere nel 1980 recitava testualmente ”Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!”? Oppure il Nobel per la Pace sbandierato come un nuovo Gandhi e che può apparire come un santino dietro la scrivania di Matteo Renzi? Un pericoloso terrorista, com’era considerato dal blocco occidentale per tutti gli anni ’80? Oppure l’uomo “senza il cui esempio non posso neanche immaginare la mia vita” come ha dichiarato Barak Obama?
Come amaramente constata il nostro Gian Piero Testa, c’è pur da osservare come sino ad oggi, a memoria d’uomo, non si è mai vista una rivoluzione umanistica che, colto il potere, non si sia atrofizzata in tirannidi parareligiose o non si sia stemperata in compromessi e in corruzione. Di Mandela si può dire che, tra queste alternative, che sembrano inevitabili come le Simplegadi, abbia mantenuto una rotta per quanto possibile dignitosa, che, almeno sul piano personale e non già del sistema politico e sociale ed etico in vigore, gli fa largamente meritare il rispetto anche di chi è abituato a considerare criticamente e non miticamente qualsiasi cosa.
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