Come si dice di solito? “Fate l’amore e non la guerra”. Bisognerebbe sempre dare un seguito a questo vecchio adagio; e in questo sito, contenente migliaia di canzoni che parlano di guerra (e, spesso, anche di amore e guerra), non poteva mancare -fra gli extra ovviamente – la più bella canzone mai scritta sul fare l’amore.
Originariamente Because the Night fu incisa dal Boss durante le sessioni di registrazione dell’album Darkness On The Edge Of The Town. La leggenda vuole che il gruppo di Patti Smith stesse incidendo Easter nella sala accanto, e che ci fossero stati inevitabili scambi di nastri. La versione originale di Springsteen era una sorta di lamento di un lavoratore, una vera e propria working song; ritenendo che non avesse posto nell’album, la cedette a Patti Smith. Facendola così divenire una delle canzoni più famose del XX secolo, non è esagerato dire.
Prendimi ora qui come sto,
Stringimi forte, cerca di capire
Il desiderio è fame, è il fuoco che respiro
L’amore è un banchetto di cui ci nutriamo
Vieni qui ora, cerca di capire
Come sto quando sono nelle tue mani
Prendimi la mano, vieni sotto le coperte
Non ti possono fare del male ora,
Non possono, non possono farti del male ora
Perché la notte è di chi si ama,
Perché la notte è del desiderio
Perché la notte è di chi si ama,
Perché la notte è nostra
È vero che in questo sito parliamo di cose molto dolorose. Ma credo che dovremmo sempre sapere mantenerlo anche un meraviglioso Paese dei Balocchi. Lontano dagli intenti moralisteggianti del “Pinocchio”; Collodi aveva delle intuizioni geniali, ma le rovinava sempre con le sue mani. Il Paese dei Balocchi è invece l’antitesi del dovere, degli inquadramenti (la repressione comincia con la scuola, come giustamente cantava Edoardo Bennato in In fila per tre). In ultima analisi, il Paese dei Balocchi è l’antitesi della guerra! E, invece, cosa fece quel bischero di Collodi? Volle mostrare che, a baloccarsi, non si “diventa grandi” e, anzi, si “va in rovina”. Ci si trasforma in asini. Che idiozia. Protesto anche a nome degli asini.
La vera rovina dell’essere umano è, invece, proprio quella di “diventare grande”. Il gioco e il divertimento sono visti come “cose da bambini”, mentre i grandi fanno le cose serie (tra le quali, giustappunto, la guerra; ma non ci scordiamo il suo perfetto compare, il lavoro). Si parla d’amore, ma l’amore altro non è che il più bel gioco del mondo. L’amore è nemico del “diventare grandi”; forse anche per questo lo hanno sempre voluto neutralizzare, data questa sua natura altamente sovversiva.
Neutralizzare con le istituzioni, con le morali, con gli dèi, con la “procreazione” (parola di merda), con le leggi, col “matrimonio” (si noti: “matrimonio” è formato come “patrimonio”, ma alla donna il fare figli e all’uomo il fare soldi). Non parliamo neppure quando l’amore si manifesta nel suo modo più naturale, quello che viene comunemente chiamato in tutte le lingue “fare l’amore” (make love, Liebe machen, faire l’amour, göra kärlek, face drăgoste…); fare l’amore, e farlo per amore, è un reato se non lo si fa come vuole il potere. Con questo, il potere lo ha individuato come nemico. Quando i figli dei fiori cominciarono a dire “fate l’amore e non la guerra” non era solo un gentile slogan; era qualcosa che, grattata in profondo, sottintendeva cose assai più importanti e più rivoluzionarie.
Per questo, e lo dico con sempre maggiore convinzione, questo sito deve adempiere alla sua vera natura: mostrando il dolore espresso attraverso delle canzoni, essere un luogo di gioco e d’amore. In tutte le accezioni dei due termini, particolarmente quelle più sgradite a lorsignori. Il Paese dei Balocchi, certo, ma un Paese dei Balocchi fatto di ragazzine e ragazzini che giocando e amando (in tutti i sensi, anche scopando come ricci) fanno una delle pernacchie più terrificanti al potere, alle sue leggi, alle sue guerre. [RV]
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