Natale 1914. La guerra dura già da cinque lunghi mesi. Nelle trincee del fronte occidentale accadono episodi che hanno dell’incredibile.
Da entrambe le parti arrivarono degli uomini di corsa, e subito fraternizzarono « nel modo più autentico possibile. Fu scambiata ogni sorta di souvenir, così come gli indirizzi di casa ». Un ufficiale tedesco con la Croce di Ferro, distintosi « per la notevole abilità nel cecchinaggio di trincea », convinse i suoi commilitoni ad intonare delle marce. Io intonai ‘Bonnie Boys of Scotland’, e così andammo avanti finendo con Auld Lang Syne, che fu cantata assieme da tutti quanti –Inglesi, Scozzesi, Irlandesi, Prussiani e Württemberghesi.
L’episodio è così raccontato in Christmas 1914, bella canzone dell’inglese Mike Harding
Vigilia di Natale, 1914. Le stelle brillavano, brillavano luminose
e su tutto il fronte occidentale le armi tacevano, tranquille.
Gli uomini sonnecchiavano nelle trincee, nel freddo e nel buio ;
lontano, dietro le linee, un cane in un villaggio si mise a abbaiareChi pensava alla famiglia, chi cantava una canzone ad altri che stavano lì,
calmi, a giocare a carte o a rollare cicche per passare la notte di Natale.
Guardammo le trincee tedesche, qualcuno si mosse nella terra di nessuno
e nel buio arrivò un soldato con in mano una bandiera bianca.Arrivarono allora, da entrambe le parti, degli uomini di corsa per la terra di nessuno,
passando i reticolati, il fango e le postazioni di artiglieria ; timidamente ci stringemmo le mani,
Fritz portò sigari e acquavite, Tommy carne in scatola e sigarette,
e mentre stavan tranquilli lì a parlare, la luna splendeva sulla terra di nessuno.
Questo episodio mette in luce un sotterraneo sistema di « vivi e lascia vivere » che si era sviluppato nella terribile guerra di trincea, un modo di sopravvivenza che comportava una tacita collaborazione tra le due parti che si riconoscevano parità di forze e di diritti. Si trattava di una serie di accordi non scritti, che andavano dal non tirare addosso alle latrine al non aprire il fuoco durante la colazione. Un altro accordo prevedeva che si facesse il maggior baccano possibile prima di un assalto di poca importanza, in modo che l’altra parte potesse ritirarsi in tempo nei bunker protetti. Tale sistema di limitazione delle ostilità non esisteva però ovunque, e quando venne alla luce fu severamente represso dai comandi militari. Questi accordi informali terminarono presto, via via che gli uomini venivano ammazzati dai cecchini, dalle artiglierie o dal gas. La fraternizzazione che, per breve tempo, fece seguito agli episodi del Natale del 1914, non continuò e non caratterizzò la violentissima e sfibrante guerra di trincea. La violenza stava sempre in agguato, pronta ad esplodere. [J.M. Winter, The Experience of World War I, p.133]
E così, il giorno di Natale, tutti facemmo una partita di calcio nella terra di nessuno,
Tommy portò un po’ di pudding natalizio, Fritz mise su una squadra di tedeschi
e anche se ci batterono a calcio, tutti ci dividemmo la trincea e bevemmo
e poi Fritz mi fece vedere una foto sgualcita di una ragazza mora lassù a BerlinoPer i quattro giorni dopo nessuno sparò né disturbò la notte,
Perché sia il vecchio Fritz, sia Tommy Atkins avevano perso la voglia di combattere.
Così ci mandarono via dalle trincee, e ci rimandarono nelle retrovie
sostituendoci con truppe fresche e ordinando alle armi di fare fuoco
E’ interessante notare che secondo gli studiosi della teoria dei giochi la politica del “vivi e lascia vivere” sviluppatasi durante la guerra di trincea è un tipico esempio di Tit for Tat, una strategia molto efficace per risolvere il dilemma del prigioniero ripetuto, che è stata anche usata per spiegare l’evoluzione dell’altruismo nelle comunità animali.
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