Se, com’è probabile dato che il PPE ha la maggioranza al parlamento spagnolo, il nuovo disegno di legge sull’aborto verrà approvato, sarà un enorme passo indietro per la Spagna che vedrà retrocedere i diritti delle donne non solo rispetto alla legge del 2010 ma anche rispetto a quella del 1985. Nel nostro sito abbiamo voluto dare un piccolo contributo alla lotta contro il governo clericale e fascistoide di Mariano Rajoy traducendo in castigliano una vecchia canzone di Francesco Guccini che rischia di essere tragicamente attuale nella Spagna del XXI secolo. Traduciamo ora in italiano un breve articolo di Manuel Vicent apparso recentemente su El País.
La credenza religiosa dà per certo che Dio inserisce un’anima nell’utero della donna nel momento esatto del concepimento. Tra i milioni di spermatozoi che lottano per conquistare un ovulo, uno solo raggiunge la meta. Il resto finisce nel cesso, senza che nessun teologo si scandalizzi per un simile spreco. Si suppone che il creatore dell’universo dipenda da ognuna di queste feroci scalate che si corrono in infinite vagine su tutto il pianeta e, chissà, anche in milioni di altri pianeti abitati di altre infinite galassie. Non appena si realizza la fusione del gamete maschile con il gamete femminile, il creatore incorona questa nuova cellula, detta zigote, con un’anima, però, a quanto sembra, smette immediatamente di interessarsi al destino che la aspetta il giorno dopo. Questo zigote con il tempo potrà svilupparsi in forma di assassino, di santo, di banchiere o di mendicante. I credenti più fanatici, che si oppongono all’aborto, non pensano alla biologia ma alla teologia, anche se per mascherare il loro fanatismo religioso sostituiscono la parola “anima” con la parola “vita”. Lo zigote ha diritto alla vita, perché Dio gli ha inoculato un’anima. Solo che non si capisce cosa succede a questa anima quando si produce un aborto spontaneo. Chissà, forse torna in un animario comune e il creatore la applica a un’altra coppia che ha appena finito di celebrare un coito trionfale, così che l’anima che al primo tentativo sarebbe diventata notaio, al secondo si deve accontentare di un semplice carrozziere.
In realtà tutta questa fuffa teologica non è che un pretesto ipocrita per ridurre le donne al ruolo di mere incubatrici e negar loro il diritto di disporre del loro corpo durante i primi mesi di gravidanza. Come ai tempi del franchismo più sinistro, alcune signore ingioiellate, quelle che gridano dietro agli striscioni contro l’aborto, accompagneranno le figlie adolescenti in un paese civile per risolvere il problema, però altre infelici si vedranno obbligate come allora a salire per una scala sporca fino a un bugigattolo clandestino dove le aspetta una vecchia con un ago da sacco e un catino ammaccato, grazie a dei politici della destra più reazionaria, istigati da preti senza misericordia che ci stanno ricacciando a pedate verso la Spagna più nera.
Commenti recenti