“La farina dal Diàul” (La farina del Diavolo), è una canzone del gruppo friulano Braùl che narra la storia purtroppo realmente accaduta di Domenico Scandella, detto “Menocchio” (in friulano “Menòcjo”), mugnaio di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone, che visse nel XVI° secolo. Sosteneva straordinarie tesi sia sull’origine dell’Universo che sulla presenza e il ruolo di Dio e della Chiesa in terra. Tesi cosmogoniche riconducibili agli antichissimi Veda Indiani di cui senza dubbio lui non era a conoscenza.
Ritenuto eretico, “naturalmente” venne “processato” una prima volta e incarcerato dalla “Santa” Inquisizione e in seguito “riprocessato” e, giudicato relàpso, condannato infine al rogo per stregoneria.
Astrologo e filosofo, poeta o Benandante,
con un libro che tu avevi facevi meraviglie.
Quando era luna piena o le stelle si allineavano ai pianeti
neppure il diavolo riusciva più a fermare i tuoi pensieri.
I benandanti (alla lettera significante “buoni camminatori”) erano gli appartenenti ad un culto pagano-sciamanico contadino basato sulla fertilità della terra diffuso in Friuli intorno al XVI-XVII secolo.
In una delle udienze del primo processo, il 7 maggio 1584, Menocchio, «interrogatus», aveva risposto:
L’animo mio era altiero et
desiderava che fusse uno mondo
nuovo et muondo de vivere, che la
chiesa camminasse bene et che si
facesse – che non vi fusse tante
pompe.
Di Menocchio nulla si sapeva, neppure a Montereale, il suo paese natale. Le carte dei suoi processi erano sicuramente passate per le mani degli storici. Furono sottovalutate o accantonate.
Poi Menocchio ha avuto la fortuna di incontrare uno storico di rigorosa acutezza e di grande intuito, capace di raccontare la ricerca storica con una scrittura limpida e con folgoranti sintesi interpretative. Grazie allo studio di Carlo Ginzburg raccontato nel libro “Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ´500″ del 1976, Domenico Scandella è diventato un personaggio conosciuto e citato in tutto il mondo.
“Direi tante di quelle cose che farei stupire la gente:
di un mondo senza differenze di colore, lingua o religione.”
“Tutti gli angeli e anche il Signore sono nati da un miscuglio
come i vermi quando vengono fuori dal formaggio che è cagliato.”
L’ennesimo esempio da non dimenticare, di sopraffazione, crudeltà e assassinio del potere umano, in nome di….Dio! La melodia è di antica origine modale carnica. Grazie allo splendido gruppo musicale Braul e a Flavio Poltronieri, che ci ha fatto conoscere questa canzone e la storia di questo mugnaio eretico del XVI° secolo.
L’illustrazione e parte del testo dell’articolo sono tratte dal blog di Alberto Magri
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