Non molto tempo fa avevamo proposto una canzone, The Gold in Africa di Neville Marcano « The Tiger » proveniente da Trinidad e Tobago : un calypso composto all’epoca dell’aggressione fascista italiana all’Etiopia, rivolto espressamente contro Benito Mussolini.
Un’autentica particolarità che oggi ripetiamo spingendoci ancor più lontano : nell’antipodale Aotearoa, vale a dire il nome con cui il popolo Maori designa la propria terra, la Nuova Zelanda. Lo facciamo con Hitara waha huka, una canzone della più grande cantrice moderna Maori, Tuini Ngawai, che nel 1943 compose nella sua lingua questa waiata che derideva Hitler e Mussolini.
Bisogna a questo punto fare un piccolo inciso sulla lingua Maori, che ha una fonetica sconcertantemente semplice : ricchissima di vocali brevi e lunghe (che le danno il suo andamento particolarmente armonioso), possiede soltanto tredici consonanti. Consonanti comuni come la « s » e la « l » sono del tutto assenti dal Maori, che deve quindi sopperire come può ; indi per cui « Hitler » diventa « Hitara », e Mussolini « Mahurini ».
Detto questo, lasciamo campo libero a Tuini Ngawai e al modo in cui persino tra i Maori veniva irriso il panzone di Predappio ; la waiata fu eseguita per la prima volta nel 1943, proprio mentre agli antipodi « Mahurini » faceva ridurre l’Italia a un cumulo di macerie e di morti, da un coro di bambini a Ngati Porou.
Hitler, schiumando dalla bocca, quel maiale,
continua a combattere e non la smette,
è caduto e ricaduto in Russia !
Gli hanno dato una ripassata, hey ! Aue, aue, aue !Tirala su a destra, tirala su a sinistra
la lama della tua mannaia sulla sua testa!
Su, forza, figliolo, rompi la mascella
a quello stronzo finocchio di Hitler!Mussolini ha sentito che è vicinissimo
a Roma, il battaglione Maori!
Su, forza, sbrighiamoci! Non può scappare,
gli sta tremando il culo dalla paura!
Sarà bene non stupirsi né “scandalizzarsi” troppo per il linguaggio della waiata: si tratta di una delle canzoni che Tuini Ngawai componeva per il Maori Battalion che combatteva (e moriva) anche in Italia. Una “canzone nella guerra”, tipicamente
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