22 agosto 1927 – 22 agosto 2014: il nostro particolare “Here’s to you” a Sacco e Vanzetti nell’anniversario della loro macellazione da parte del potere capitalista americano, con la traduzione italiana di Riccardo Venturi della canzone svedese De dödsdömda di Jan Hammarlund (tratta da una poesia di Karin Boye), dedicata ai due anarchici italiani e interpretata (e registrata) da Jan Hammarlund stesso.
Presso il grande tribunale
dopo la sentenza a morte
stan parlando i condannati
col pensiero della corteDisse allora l’uno all’altro:
Nessun sa quel che ci spetta,
forse questo è sol l’inizio
di un’impresa che ci aspetta.Le tue guance sono bianche,
come braccio ardente e forte
vive son come la fiamma,
tempo ancora c’è alla morteSfavillanti, audaci e fieri
ce ne andiamo a fine d’onta,
sfavillante, audace e fiero
brilla l’animo e poi monta.Per lo spazio vuoto e il gelo
trasportate con i venti,
dove il bosco è più secco
cadran due scintille ardenti,Dove il bosco è più secco
cadran due scintille ardenti.
Così ci racconta Riccardo la storia della traduzione italiana:
Il 22 agosto 2014 si è svolto presso l’Istituto De Martino di Sesto Fiorentino, un importante evento durante il quale è stato proiettato il rarissimo e superstite filmato dei funerali di Sacco e Vanzetti (evento a cura dell’Ateneo Libertario di Firenze, del quale riparlerò nei prossimi giorni).
In margine, mi è tornato in mente che, nel febbraio del 2008, mi è capitato di tradurre in italiano questa canzone del cantautore svedese Jan Hammarlund tratta da una poesia di Karin Boye. La traduzione la facemmo in realtà assieme, dentro un bar latteria di Via degli Alfani a Firenze, provandola e riprovandola per una mattinata di fronte a degli esterrefatti avventori (il bar latteria si trovava tra l’altro a due passi dalla mia vecchia facoltà universitaria, dove durante dei lontani corsi di svedese avevo conosciuto Karin Boye molto prima che Kallocain venisse tradotto dall’Iperborea). Jan Hammarlund, che quella stessa notte, a casa mia, feci letteralmente scappare perché russo come una sega a nastro, la presentò in un piccolo concerto al CPA Firenze Sud, e poi la ha registrata e incisa in Svezia. Motivo per cui sono iscritto alla SIAE svedese, naturalmente senza aver mai visto mezza corona. Ma mi fa piacere lo stesso, e sia detto proprio oggi, anniversario dell’esecuzione di Sacco e Vanzetti. A modo mio, è stato il mio “Here’s to you” a Nicola e Bart.
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