Il 22 novembre 2015, vale a dire “oggi” nel normale computo del tempo, Serge Quadruppani (che ho avuto occasione di incrociare lo scorso giugno a Bologna, senza scambiarci nemmeno una parola ma canticchiandogli sulla sua faccia un po’ sorpresa una canzone di Brassens) ha scritto questa cosa sul suo blog, Les Contrées Magnifiques. Come tutti, in questi giorni che definire “di merda” sarebbe un’indebita e del tutto ingiustificata offesa alla merda, ho cercato, per un naturale bisogno, delle “parole giuste”, con la piena coscienza di non poter riuscire a trovarle; così, quando oggi ho visto che cosa Serge Quadruppani aveva scritto facendo una parafrasi, o una specie di détournement della famosa poesia Liberté di Éluard (personaggio sul quale ho avuto e continuo ad avere peraltro parecchie riserve), ho pensato che quelle parole giuste le avesse trovate lui. Stop. Così mi sono messo immediatamente al lavoro, perché oltre che giuste le ho ritenute parole urgenti e necessarie. La traduzione italiana che ho fatto quasi in “tempo reale” avrà, naturalmente, tutti i difetti di qualcosa fatta sotto l’imperativo di far conoscere immediatamente quelle parole; essendo quello di Quadruppani un testo a sua volta legato all’immediatezza, agli eventi e alle repressioni in atto nel nome della “Sicurezza”, agli Stati di Emergenza, ai coprifuochi e a tutto ciò che il massacro di Parigi ha messo in atto non soltanto in Francia, ma in tutto il “mondo occidentale”, si tratta di un testo non semplice che ho cercato di corredare di Note le quali, peraltro, non spiegano tutto. Qualcosa sì, però. Un’altra cosa da fare sarebbe, forse, cercare di adattare in un futuro questo testo alla realtà italiana e/o di altri paesi, con le loro identità e le loro specificità. Senza però perdere di vista che Quadruppani si riferisce ad una realtà che è generale, a partire dalla “Francia” ma che coinvolge tutta la terra, tutto, tutti. [RV]
Sui killer narcisisti della modernità
sui machos insoddisfatti del gangsta rap convertiti in bigotti
sulle troie passate da Closer [1] al niqab
sulle loro necessità di esistere che si esprimono in massacri
sull’immenso buco spalancato puzzolente purulento del vuoto metafisico dell’Occidente
sul milione e trecentomila morti della “guerra al terrorismo”
sui torturatori facebook
sui segnalati vivi facebook
sui tricolori per endovenosa facebook
sull’indicibile immensità dei dolori rapita dai mercanti di paura e di tricolore
sulla forza di coloro che sono tanto sicuri che alle vittime assassinate sarebbe tanto piaciuto che per loro si cantasse la marsigliese
su quei morti che si vuol far marciare al suono della tromba patriottarda
sui neocon stronzi, sui falchi finti tonti, sui veri editocrati leopardati [2]
pronti a denunciare i collaborazionisti che non marciano al passo della loro musica militare
sul sangue impuro che irrorerà i nostri solchi [3]
sui corpi triturati di Beirut, Bagdad, Yola, Parigi, Kano, Bamako, Mogadiscio
sui quartieri sottoposti a coprifuoco come punizione collettiva
sugli Schedati S [4] di cui sicuramente faccio parte grazie al maggiore Didier D. [5]
sui campi di internamento che non si esclude di riservare loro
sulla milizia, pardon, sulla guardia nazionale che non si esclude di creare
sull’armamento delle polizie municipali
sui braccialetti elettronici
sulla sorveglianza generalizzata
sulla passione per la polizia
sul rimprovero di non reagire in quanto comunità che si rivolge ad una popolazione alla quale si rimprovera il suo comunitarismo
sull’86% dei francesi che approverebbero
sul 14% che ringrazio di disapprovare l’eventualità del mio internamento
sugli “un po’ meno libertà” per un “un po’ più di sicurezza”
sulla “sicurezza prima libertà”, uguale alla “libertà prima sicurezza”, falso rilasciato dalle autorità competenti
su chi è d’accordo di morire per tutto ciò che è fabbricato da una civiltà mortifera a colpi di motori a scoppio, degrado della natura (compresa quella umana), avvelenamento medicinale dei fiumi, ogmnanotecnologiepesticidifattoriproduttiviamiantonucleare, d’accordo di morire di ogni cosa tranne di terrorismo, che è peraltro del tutto organico a questa stessa civiltà
su chi è pronto a morire per difendere questa civiltà, e ci s’impegna, e ci si impegna ancora tre volte più di prima
sull’atto di resistenza inaudito consistente nel bersi una birra a un tavolino fuori da un bar
sulle manifestazioni vietate,sulla COP21 [6] sbarazzata dall’unica sua parte che sarebbe stata interessante, la contestazione senza quartiere verso di essa
sul curioso destino del termine “radicalizzazione”, che ci impedisce di affrontare le cose alla radice
sull’angoscia paralizzante, sulla diffidenza che cresce, sul sorriso che s’increspa
scrivo il tuo nome,
Sicurezza.
NOTE
[1] Closer è un film del 2004 Mike Nichols, con Jude Law, Natalie Portman, Julia Roberts e Clive Owen, tratto dall’omonima opera teatrale diPatrick Marber. Riporto la breve trama da Wikipedia: “Dan, un giornalista di necrologi aspirante scrittore, si fidanza con Alice, stripper americana in cerca di fortuna a Londra. Poi però conosce la fotografa Anna, si innamora di lei ed è disposto a tutto pur di averla. Chattando sotto falsa identità con un dermatologo e fingendosi proprio Anna, Dan spinge il dottor Larry tra le braccia dell’ignara donna. I due si sposano, ma lo scrittore non si dà per vinto: provoca la separazione tra Larry ed Anna, ma poi finisce per farsi mettere nell’angolo dal dermatologo che si concede anche una notte al sex-club con Alice. Ma chi è veramente Alice? Alla fine Alice (Jane) lascia Dan perché lui la costringe a confessare il “tradimento” con Larry, che torna con Anna.”
[2] Se cosa sia un “editocrate” dovrebbe essere chiaro, suggerisco di tenere presente il probabile gioco di parole tra “tenue léopard” (costume o abito leopardato) e i carri armati Leopard. “En tenue léopard” potrebbe voler dire “in tenuta da carro armato”. Ma è, chiaramente, una mia interpretazione personale. Ma c’è tutta una serie, qui, di giochi di parole che sono soliti essere definiti “intraducibili”: dai “neo-cons”, vale a dire i “neocon”, i neoconservatori che in francese può essere inteso anche come “neostronzi” ai “faux cons”, “finti tonti” ma omofono di “faucons” (falchi). Ho cercato di rendere come meglio mi è riuscito.
[3] Si tratta di uno dei più famosi versi della “Marsigliese” (qu’un sang impur abreuve nos sillons).
[4] Gli “Schedati S” sono i titolari delle “Schede S” (Fiches S), vale a dire i dossier aperti generalmente dalla Direzione Nazionale del Ministero degli Interni francese su personaggi sospettati di attività nocive per la Sicurezza dello Stato. Per qualche informazione più ampia si veda qui; è in francese, ma in tempi in cui tutti, persino sui campi di pallone di serie B, cantano la “Marsigliese”, non sarà un problema. Os arm’ situaièn, formè vo’ bataiòn!
[5] Si tratta dello scrittore Didier Daeninckx (che leggo si definisce “comunista libertario”), che ha avuto una polemica con Quadruppani a proposito della libertà di espressione dei Negazionisti (in particolare di Robert Faurisson). Si veda a proposito, per farsi almeno un’idea della cosa, l’articolo Serge Quadruppani su fr.wikipedia.
[6] La “COP21” è la “Conferenza Internazionale sul Clima” (o “Sustainable Innovation Forum 2015”) che si terrà a Parigi, con debiti lutti e imponenti misure di sicurezza, il 7 e 8 dicembre 2015, con interventi di numerosi potenti della terra. Quale sia il vero “clima” in cui si svolgerà tale summit è facile immaginarlo. Essendo in vigore lo Stato di Emergenza, ogni tipo di manifestazione sarà ovviamente vietata (circostanza alla quale Quadruppani fa esplicito riferimento).
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