Il 23 novembre 1967 Phil Ochs pubblica sul Village Voice un articolo intitolato Have You Heard? The War is Over! che è praticamente la presentazione del concetto alla base della sua canzone “The War Is Over“, l’idea di dichiarare dal basso la fine della guerra. La trovata era di Allen Ginsberg che aveva scritto l’anno precedente una lunga poesia contro la guerra intitolata Wichita Vortex Sutra #3. in cui dichiarava che la guerra può essere fermata dal potere della poesia. Ecco la traduzione integrale dell’articolo:
Protestare contro la guerra vi stanca e vi rende agitati? La disobbedienza civile vi rende nervosi e irritabili? La vostra difesa dei valori progressisti vi lascia senza amici e con dei dubbi sul vostro alito? Difendere la necessità di respingere l’aggressione comunista vi sfinisce e vi dà una sensazione di divario generazionale?
D’altra parte, siete stanchi di prendere farmaci per evitare le responsabilità schiaccianti di un mondo serio e controllato? Volete fare qualcosa contro la guerra e tuttavia vi rifiutate di abbassarvi al livello bassissimo delle attuali manifestazioni?
Siamo tutti stanchi di questa guerra schifosa?
In questo caso, amici, fate quel che io e migliaia di altri americani abbiamo fatto – dichiarate la fine della guerra.
Esatto, dico di dichiarare che la guerra è finita. Dichiararlo dal basso.
Questo semplice provvedimento ha portato sollievo a innumerevoli cittadini frustrati, ed è incredibile che per tutto questo tempo nessuno ci abbia pensato, forse perché troppo ovvio. Dopotutto, questo è il nostro paese, le nostre tasse, la nostra guerra. Siamo noi che la paghiamo, siamo noi che andiamo a morirci, la guardiamo con curiosità in televisione – dovremmo almeno avere il diritto di farla finire.
Ora, io godo della violenza come chiunque altro, ma quando è troppo è troppo. Cinque stagioni sono abbastanza anche per i telefilm più elettrizzanti.
Sabato 25 novembre dichiareremo che la guerra è finita e celebreremo la fine della guerra nel parco di Washington Square, all’una del pomeriggio.
Per un giorno solo, voi e le vostre famiglie potrete veder realizzato quel momento che stavate tutti aspettando. Per quanto tutto ciò possa sembrare grottesco, è certamente molto meno grottesco della guerra stessa. Non è che consiglio tutto questo come sostituto di altre azioni; si tratta semplicemente di un attacco di disobbedienza mentale ad una società ubbidientemente folle.
Questo è il peccato per eccellenza contro una struttura di potere bizzarra e imbarazzante, il rifiuto di prenderla sul serio. Se voi stessi vi sorprendete all’idea che la guerra sia finita, immaginate l’incredulità dei governanti quando lo verranno a sapere.
Due o tre anni fa la moralità di questa guerra è stata messa in discussione, e l’opinione di quelli che dicevano che la guerra era indecente e inefficace si è dimostrata giusta. E se avete l’impressione di aver vissuto in un mondo parallelo durante gli ultimi due anni, in parte è perché questa struttura di potere si è rifiutata di ascoltare la voce della ragione, o di riconoscere di avere avuto torto. Ma come tutti i prepotenti e gli imperi impazziti, non cederanno semplicemente perché sono più forti…
La vecchia America si è dimostrata abbastanza decadente da scegliere di sacrificare una delle sue migliori generazioni gettandola nel camion della spazzatura della propaganda della guerra fredda. A che razza di bassezze sono giunti per arrivare a disonorare lo stesso significato della parola “onore” chiedendo ai giovani di morire per niente? Questa non è la mia America, questa non è la mia guerra; se ci sarà un America, non c’è guerra – la guerre est finie!
Il patriottismo criminale di oggi richiede la corruzione di ogni cittadino, e ora ne paghiamo le conseguenze – non solo nelle giungle dell’Asia, ma anche nelle città d’America devastate dal materialismo. Adesso siamo le pattuglie smarrite che inseguono la loro anima a nolo, come vecchie puttane al seguito di eserciti stanchi.
Avete sentito? La guerra è finita!
La guerra del Vietnam durerà ancora otto anni, ma finalmente l’11 maggio 1975 lo stesso Phil Ochs organizzò un affollato concerto al Central Park a cui parteciparono Pete Seeger, Joan Baez, Paul Simon, Patti Smith, Tom Paxton, Richie Havens e molti altri artisti. Il concerto prendeva il nome dalla canzone di Phil Ochs che finalmente era diventata reale. Quella fu l’ultima occasione in cui la canzone fu cantata in pubblico dal suo autore. Meno di un anno dopo il grande cantautore pacifista, vittima dell’alcool e della depressione, decise di togliersi la vita.
Commenti recenti