Per uno di quei curiosi capricci del destino, o Anecdotes of Destiny -come avrebbe detto la baronessa Von Blixen Finecke-, la traduzione integrale in italiano delle non poche canzoni (cinquantanove, più quattro « Extra ») di Gaston Couté si è svolta interamente nel primo mese della Pandemia del Coronavirus. Lockdown. Tutti agli arresti domiciliari. File contingentate ai supermercati. Il metro di distanza. Le mascherine. Il bollettino di Borrelli delle ore 18. L’immunità di gregge. Occorre forse andare oltre ? Scriviamo il primo di aprile di questo anno del « doppio 20 », e non si vede la fine di questo incubo che è diventato già Storia, e che ci farà dire, a tutte e tutti : « Io c’ero ».
In questo sito, la Storia è, ovviamente, di casa. Rinchiusa anch’essa in casa, verrebbe quasi da dire attualmente. Vada come vada, con tutte le analisi e previsioni che si accavallano quotidianamente a ritmo incessante, è chiaro che niente potrà essere come prima. Tra le metafore più comuni utilizzate in questo frangente, c’è naturalmente quella della « guerra » : senza stare a ragionarci troppo sopra, e tenendo certamente presente l’estrema ed oppressiva militarizzazione delle vite e delle coscienze di tutti noi, è piuttosto lampante che, in un luogo dove la Storia viene fatta attraverso lo specchio di canzoni e musica « contro la guerra », tutti questi avvenimenti nei quali ci siamo ritrovati dentro hanno un’importanza decisiva, e delle ripercussioni enormi. Nessun avvenimento di tale portata avviene senza le sue canzoni. La canzone è compagna della Storia.
È andata così che le traduzione delle canzoni di Gaston Couté è andata di pari passo con la Pandemia. Al tempo stesso, nel sito, cominciava un « Canzoniere del Coronavirus », vale a dire un’apposita sezione che si occupa di raccogliere canzoni di ogni genere dedicate a questo che si è configurato come un autentico spartiacque storico. Negli stessi giorni in cui, dopo il suo insorgere in Cina, il Coronavirus arrivava proprio in Italia trasformandola in un lazzeretto di appestati rinchiusi in casa e distanziati, da una piccola discussione tra amministratori e utenti di questo sito nasceva l’iniziativa di tradurre integralmente tutte le canzoni di Gaston Couté presenti nel sito. Di poche esisteva già una traduzione : del poeta anarchico contadino francese si parlava però da anni e anni. La bellezza, la lungimiranza, l’afflato di vita e di rivolta e la devastante ironia delle sue canzoni erano note, seppure a non molti al di fuori della Francia. Ma nessuno si era mai deciso ad affrontarlo in simili dimensioni ; certo, tra i principali « scogli » c’era senz’altro l’ostico dialetto, il Beauceron, in cui molte delle sue canzoni sono composte. Il linguaggio di un’area rurale che, in generale, risulta assai ostico anche agli stessi francofoni. Il 1° aprile 2020 tale fatica è stata completata, con un lavoro corale da parte di alcuni amministratori e utenti del sito, tutti quanti rigorosamente prigionieri in casa.
Ha seguito, Gaston Couté, dal suo angolo di campagna e di Storia, dal suo vino, dalle sue rivolte antimilitariste e libertarie, dalla sua espressione della Vita e dell’Amore e dal suo viscerale anticlericalismo, tutta l’evoluzione di questa disgraziata fine d’inverno e di questo altrettanto disgraziato inizio di primavera. Dall’iniziale scetticismo, da « è solo un’influenza », dalle satire e dalle parodie divertenti, dallo sdrammatizzamento esorcistico alle prese di coscienza, alla Resistenza, alla Denuncia, al Fatalismo, all’Attivismo e a tutti gli infiniti modi in cui gli esseri umani reagiscono singolarmente e collettivamente di fronte ad un pericolo così grave e dalle conseguenze ancora imprevedibili e incalcolabili. La Storia, come sempre, si occuperà di due cose : di dirimere la questione, e di essere dimenticata in un dato lasso di tempo. La Storia è sì « maestra di vita », ma è una maestra che, ad un certo punto, va in pensione.
Nel frattempo, poiché questa severissima maestra è ancora in pienissima attività e agita la sua bacchetta ammannendo brutti voti e zero in condotta senza appello, assieme alle canzoni sulla Pandemia ecco anche il Canzoniere di Gaston Couté. Ha più di cento anni. Gaston Couté morì, in giovane età, ancor prima che scoppiasse quella che va ancora nota come « Grande Guerra », e che -tra le altre cose- si portò dietro proprio una pandemia, la famosa « Spagnola ». Eppure, viene da dire che il Destino e i suoi Capricci hanno una loro logica ben precisa, una logica di cui non ci rendiamo magari conto al suo -perlopiù casuale- inizio ma che, procedendo, appare sempre più chiara perlomeno a chi non si contenta della crassa, ancorché umanissima, bisogna di riempirsi la pancia. Una bisogna che anche Gaston Couté, del resto, provava quotidianamente e con dolore, e che esprimeva in quel che scriveva. Con questo vorremmo terminare questa presentazione.
Le traduzioni sono quanto di più eterogeneo si possa immaginare. Nessuna di esse è « d’arte » in senso stretto : si trattava, principalmente, di far capire. Vi sono traduzioni in italiano corrente, nei dialetti nativi di uno dei traduttori, a volte con i due registri linguistici mischiati. Vi sono nottate intere di lavoro nel silenzio di un paese e di un mondo sotto assedio, ma non soltanto da un virus. E questo ce lo dice anche Gaston Couté. Scritto il primo di aprile di un’annata maledetta e straordinaria, calata la sera ; l’ultima canzone tradotta termina con una sorta di inno alla vita e all’amore, con la partecipazione straordinaria di Brigitte Bardot, di Silvia Dionisio e del Conte Mascetti.
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