Molti di voi si saranno chiesti dove nascono le CCG, da quali località segrete vengano inseriti i commenti e le traduzioni per cui il nostro sito è ormai famoso nel mondo.
Grazie a una missione segreta e all’aiuto nostro agente polacco possiamo mostrarvi una foto inedita di uno dei luoghi principali in cui nascono le nostre pagine. Si tratta di uno scantinato buio (per gli angolsassoni loft, gli americani ci fregano con la lingua!) dove tra libri mangiati dai topi e topi mangiati dai libri, un anonimo toscano non sappiamo di che secolo batte sui tasti ormai illeggibili di un vetusto portatile del secolo scorso, traducendo dal greco moderno al catalano antico con il fido aiuto del dizionario ceco – mongolo (utilissimo, consigliamo a tutti di procurarsene uno). Tra l’inserimento di una CCG e l’altra compie alcuni esercizi spirituali leggendo gli opuscoli dei Testimoni di Geova in thailandese.
Essendo l’Anonimo sempre filologicamente esatto, occorre specificare che non si tratta di uno “scantinato”, bensì di un autentico, vecchio garage. Sul collo dell’Anonimo, con la costola bianca, impende a sinistra una grammatica basca (euskara) da lui personalmente tradotta in italiano nel 1987 con una monumentale macchina per scrivere tedesca “Olympia” del 1937, che poggia sulla fotocopia di un dizionario monolingue svedese in due volumi, il quale a sua volta poggia sul “Sanskrit Dictionary” di Arthur MacDonell, Oxford 1953. Tutto è tenuto ritto da “Senza tregua” di Giovanni Pesce.
Ah i bei tempi andati in cui l’anonimo a me presumibilmente ben noto anonimo si applicava in un oscuro scantinato dal nome altisonante di “Free Cellar republic” – se la memoria non mi tradisce all’ascolto di Radio Tirana e sopratutto radio Bucarest.
A noi non fini conoscitori di idiomi – anzi ignoranti integrali di idiomi – pareva magia il fluire di notizie in quelle magiche lingue.
L’atmosfera della foto pare simile solo il luminosso schermo pare segno di una modernità conquistata.
La memoria, caro Luca Monducci, non ti tradisce. Ebbene sì, si chiamava propro “Free Bird’s Cellar Republic”, il nome derivava da una canzone piuttosto famosa di Leonardo Sacerdote (più noto come “Leonard Cohen”, ndr) e aveva una bandiera rossa verde e gialla con un cuore nel mezzo. Radio Tirana e Radio Bucarest vi fluivano liberamente, ma si poteva comunque seguire le gesta del compagno Nicolae Ceausescu e del compagno Enver Hoxha, perché le due emittenti, dagli inconfondibili segnali poi immortalati da Franco Battiato in “Ethika fon ethica” /v. sito/, trasmettevano anche indimenticabili notiziari in lingua italiana, sintonizzandosi dopo le ore 23 nel fumoso e alcolico sgabuzzino condominiale. Una vita di sgabuzzini antichi, obsoleti, pieni di cicche, di libri, di topi e, ogni tanto, di circonvoluzioni sessuali con la celebre Albanese, la quale -lei- non era conterranea di Enver Hoxha. Ach so, tempus fugit, ruit hora!