CCG maggiorenni !

(la version française suit le texte italien)

MESURE DE L’ÉTERNITÉ     DES CHANSONS CONTRE LA GUERRE

Dal 20 marzo scorso, vale a dire dal 20 marzo 2021, “Canzoni Contro la Guerra” / “Antiwar Songs” / “Chansons Contre la Guerre” può votare, prendere la patente di guida, andare nelle prigioni ordinarie, contrarre matrimonio, stipulare liberamente contratti e effettuare testamento: è diventato maggiorenne. Ha diciott’anni, insomma. Come recita la famosa dicitura sulla homepage: “Canzoni Contro la Guerra” è online dalla sera del 20 marzo 2003, giorno in cui sono cominciati i bombardamenti statunitensi sull’Iraq”. Insomma, se non è proprio un “Millennial”, poco ci manca; senza tenere conto, naturalmente, che diciott’anni, per un sito Internet, sono pressoché un’eternità. Non sappiamo quanti altri siti al mondo possano dichiarare una simile longevità continua: non siamo mai andati offline, non c’è stata nessuna interruzione se non qualche breve “pausa tecnica” dovuta a accidenti del server.

In questi diciott’anni abbiamo inserito, commentato e tradotto quasi trentaquattromila canzoni, brani musicali, parole in musica, musica senza parole, colonne sonore di film, opere liriche, brani antichissimi e brani scritti due ore fa, poesie, opere serissime e tristissime, canzoni da scompisciarsi dal ridere, parodie e non so nemmeno io cos’altro. La “guerra” si è dilatata a tutte le guerre e alle lotte possibili e immaginabili dell’uomo contro l’uomo, gli animali e l’ambiente; ci sono pagine che hanno fatto il giro del mondo, altre che hanno fatto il giro d’Italia o di Francia e altre che non hanno fatto nemmeno il giro di casa propria. Essendo chi scrive allergico ai “bilanci”, che gli fanno venire delle brutte reazioni simili all’orticaria, è bene fermarsi qui. Non senza, però, far notare che, nei suoi diciott’anni di vita, le “CCG”, o “AWS”, hanno fatto volentieri a meno -e continueranno a farlo- di due cose: qualsiasi forma di pubblicità al suo interno, ma proprio nemmeno un bannerino che sia uno, e i “social media” di merda. Apparteniamo alla preistoria, d’accordo, e resteremo fieramente preistorici. Padroni di niente e servi di nessuno.

In questi diciott’anni abbiamo raccolto: lodi sperticate, critiche feroci, dichiarazioni d’amore, insulti, sarcasmi, discussioni interessanti, discussioni deliranti, citazioni in libri, minacce di violazione del copyright, spam a tonnellate, interventi di autori e artisti, qualsiasi cosa. C’è stato persino il pazzo furioso che aveva preso il Guestbook per il suo diario personale (“Cari amici del Guestbook”…). Secondo qualcuno, il sito è “brutto esteticamente” (saranno molto bellini quelli dello Stormfront o di Forza Nuova, chissà). Un amministratore si è fidanzato con una amministratrice. Amministratori e collaboratori che sono andati, venuti, tornati, di nuovo andati e di nuovo, si spera, ritorneranno. Altri collaboratori ci hanno lasciati per sempre. Una babele di lingue e dialetti contenente persino l’unico tentativo al mondo di restituzione di un testo in cinese antico. Canzoni contro la guerra, contro il lavoro (il suo parente più prossimo), contro ogni cosa e a favore di ogni altra cosa. Ci sono gli “Extra” e c’è il “Bollino Bleah”. Abbiamo fatto conoscere sconosciuti infilando anche canzoni scritte dal ragazzino greco di dodici anni. Non ci abbiamo mai guadagnato mezzo soldo bucato, da tutto questo: siamo fatti così. Eppure sembra che abbiamo, secondo siti specializzati nel monetizzare, un valore economico di circa 190.000 dollari: teneteveli pure, anzi cacciateveli nel culo.

Fondamentalmente, “Canzoni Contro la Guerra” è un sito di memoria e di Storia raccontata attraverso canzoni e musica: in modo sicuramente discontinuo e con migliaia di precisazioni, correzioni e integrazioni nelle sue migliaia di pagine, è quel che abbiamo sempre cercato di fare e che seguiteremo a fare fin quando si potrà. Un giorno, qualcuno -per legge di natura- se ne andrà nel Vastissimo Nulla, sperando che prima non si sia rincoglionito. Se tutto questo vi è anche solo un poco garbato, cerchiamo ragazzotti e ragazzotte che conoscano minimo una quindicina di lingue e che abbiano voglia di impegnarsi a fondo, per i prossimi diciott’anni, in un’opera difficile, faticosa, che non dà nessuna fama né gloria e che non rende nemmeno un euro. Grazie e a presto. Per ora si va avanti, in tasca anche al Covid.

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