Il 14 novembre del 1940 la città inglese di Coventry fu attaccata dalla Luftwaffe nazista. In una notte di plenilunio (con una tipica Bomber’s Moon) le incursioni aeree tedesche seminarono morte (1236 vittime civili) e distruzione. La cattedrale del XIV secolo simbolo della città fu colpita da 12 bombe incendarie. Restarono in piedi solo alcune pareti annerite dal fumo. La città era stata totalmente rasa al suolo, tanto da aver dato addirittura origine al verbo “to coventrize” (passato anche in italiano: “coventrizzare”), come sinonimo di “radere al suolo con bombardamenti aerei”.
Nel 1962 Benjamin Britten fu incaricato di comporre un brano per la cerimonia che segnava il completamento della nuova cattedrale, progettata da Basil Spence, costruita accanto alle rovine dell’edificio originale.
La “Messa da Requiem per la Guerra” (War Requiem) non intendeva essere un brano a gloria della Gran Bretagna e dei suoi soldati, ma una pubblica affermazione delle convinzioni contro la guerra di Britten. Si trattava di una denuncia della malvagità della guerra, e non di altri uomini. Il fatto che Britten avesse composto il brano per tre solisti specifici –il sommo baritono tedesco Dietrich Fischer-Dieskau, la soprano russa Galina Višnevskaja e il tenore britannico Peter Pears- dimostrava che, per l’autore, non contavano soltanto le perdite e le sofferenze del suo paese, e voleva essere un simbolo di riconciliazione. Sfortunatamente, Galina Višnevskaja non era disponibile per la prima, e dovette essere sostituita da Heather Harper. Il brano voleva essere anche un monito per le future generazioni sull’insensatezza di prendere le armi contro i propri simili.
Per il testo del “War Requiem”, Britten intercalò il testo della messa da requiem latina con nove poesie scritte da Wilfred Owen, un fante della Prima guerra mondiale che trovò la morte una settimana prima dell’armistizio. In totale contrasto con “The Spirit of England” del conterraneo Edward Elgar, il “War Requiem” è decisamente un’opera contro la guerra. “The Spirit of England” è pure un brano epico consistente in poesie messe in musica, ma il suo messaggio è totalmente differente.
La poesia di Wilfred Owen è strana e assai interessante. Come lui stesso ebbe a dichiarare:
Non sono interessato alla poesia. Il mio argomento è la guerra, e la pietà in guerra. La poesia sta nella pietà. Eppure queste elegie non sono in alcun modo concilianti verso questa generazione. Lo potranno essere verso la prossima. Tutto quel che un poeta può fare è ammonire. E’ per questo che i veri poeti devono essere sinceri.
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