C’è gente che viaggia e vede solo quello che gli passa davanti agli occhi. Quelli che andando in vacanza in Costa Brava alla fine degli anni ’70 vedevano le discoteche, il mare, le ragazze. Ci sono altri che non si limitano al presente, ma vedono anche quello che in quegli stessi luoghi è accaduto anni ed anni prima.
Joe Strummer apparteneva alla seconda categoria, e durante la classica vacanza in una Spagna appena uscita da una lunga dittatura e che cercava di dimenticare gli orrori del passato piuttosto che conservarne la memoria, scrive per i suoi Clash una canzone in cui le immagini della guerra civile di quarant’anni prima sembrano riaffiorare nei luoghi segnati da battaglie di altri tempi. La canzone si intitola Spanish Bombs e viene pubblicata nel capolavoro dei Clash, London Calling, del 1979.
Canzoni spagnole in Andalusia,
i luoghi dove si sparava nei giorni del ’39
Vi prego lasciate la finestra aperta
García Lorca è morto e sepolto
I giorni del ’39 sono quasi la fine della guerra civile, che si concluderà quell’anno con la vittoria dei fascisti di Francisco Franco. Federico García Lorca, il poeta andaluso aperto sostenitore della causa repubblicana, era stato fucilato tre anni prima e il suo corpo gettato in una tomba senza nome nei dintorni di Víznar e Alfacar, vicino Granada.
Fori di pallottole sui muri del cimitero
Le auto nere della Guardia Civil
Bombe spagnole sul Costa Rica
Stasera sto volando su un DC10
Ma chissà cosa c’entra il Costa Rica, che nella guerra di Spagna non ebbe nessunissimo ruolo, forse semplicemente Strummer vuole alludere alla ricchezza della costa spagnola. Intanto sta tornando a casa su un DC10 (un modello moderno, nello spazio di un verso si fa un salto di quarant’anni). Si insinua un parallelo con un altro ritorno a casa: quello degli inglesi che avevano combattuto per la Repubblica, uno su tutti George Orwell che scrisse il celebre Omaggio alla Catalogna.
Arriva il famosissimo ritornello in quella specie di spagnolo con tipico accento british, sul cui significato generazioni di fan si sono scervellati. Forse semplicemente Strummer ha riunito nel ritornello le uniche parole di spagnolo che aveva imparato, che non a caso erano “te quiero” e “mi corazón“…
Bombe spagnole, yo te quiero infinito
Yo te quiero, oh mi corazon
Bombe spagnole, yo te quiero infinito
Yo te quiero, oh mi corazonSettimane spagnole nel mio casinò-discoteca
I combattenti per la libertà morirono sulla collina
Cantavano “Bandiera rossa” e indossavano quella nera
Ma dopo morti, ci fu Mockingbird Hill
Mentre Joe si diverte e balla (un punk che va in discoteca?? tradimento!) pensa ai combattenti caduti per la libertà. Ma dopo che i repubblicani hanno combattuto e perso la guerra cosa rimane? Mockin’ Bird Hill, una canzone pop degli anni ’50. Abbandonata quasi completamente ogni resistenza contro il franchismo, nel dopoguerra la Spagna si adagiava sul nuovo stile di vita consumista e superficiale. Le discoteche erano fiorite numerose negli anni ’60 sulla Costa Brava, nascondendo, sotto la facciata “imbecille e vacanziera” stile Rimini, una realtà di repressione e povertà.
Una volta a casa, gli autobus bruciarono
La tomba irlandese fu bagnata di sangue
Bombe spagnole distruggono gli hotel
La rosa della mia señorita è stata troncata in boccio
Gli ex combattenti irlandesi nella guerra di Spagna (un’intera brigata internazionale era venuta a combattere dall’Irlanda) trovarono al loro ritorno una nuova guerra civile ad aspettarli: la violenza dell’esercito britannico in Irlanda del Nord e il terrorismo dell’IRA. Le bombe che distruggono gli hotel potrebbero anche essere quelle dell’ETA.
Le colline risuonano di “Free the people”
oppure sento gli echi dei giorni del ’39?
Trincee piene di poeti, l’esercito di straccioni
che puntava le baionette per combattere quelli di fronteBombe spagnole martellano la provincia
Sto sentendo musica da un altro tempo
Bombe spagnole sulla Costa Brava
Stasera sto volando su un DC10
Sicuramente tra i volontari della quinta brigada qualcuno avrà intonato “Free the people“, una famosa canzone repubblicana irlandese i cui echi quarant’anni dopo risuonano ancora tra le colline e nella mente del cantante, affascinato da un esercito di poeti in cui tanti intellettuali si arruolarono volontari.
Un esercito tragicamente sconfitto, grazie alle divisioni della sinistra e ai crimini degli stalinisti contro i compagni che avevano combattuto al loro fianco, e grazie all’appoggio determinante del governo fascista italiano che schierò 50.000 soldati in aiuto dei falangisti. Se in quei tristi giorni non ci fossero stati degli italiani anche dall’altra parte, non potremmo alzar gli occhi davanti a uno spagnolo, scriveva nel 1965 don Lorenzo Milani.
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