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Rizitika

By Antiwar Songs Staff on 19 Aprile 2015

rizzitica

Nel 1971 il genio del musicista Yannis Markopoulos incontrò Nikos Xylouris, che del rizitiko, il canto tradizionale cretese delle “pendici” (ρίζες) delle alte montagne, era il massimo interprete vivente con la sua lira. Ne nacque un album storico, e non solo a Creta o in Grecia: Rizitika.

psaronikosxyl

Era un album contenente undici brani (nove canti e due strumentali) della più antica tradizione popolare cretese, arrangiati e orchestrati con estremo rispetto da parte di Markopoulos e interpretati (o eseguiti alla lyra, di cui era il massimo virtuoso) da Psaronikos Xylouris (nella foto sopra assieme al fratello Andonis). Solo con grande ritardo i Ριζίτικα sono stati strutturati in modo adeguato all’interno del sito, e integrati con quelli mancanti (l’inserimento del primo, Αγρίμια κι αγριμάκια μου, risale addirittura al 1° settembre 2007):

“- O mie bestie selvatiche,
miei cervi ammansiti,
ditemi, dove sono i posti dove state,
dove sono le vostre tane?

– I dirupi sono i posti dove stiamo,
le alte cime sono le nostre tane,
le anguste grotte della montagna
sono le nostre dimore.”

Si può dire che questa sia la prima “grande pagina” della Sezione Greca (Ελληνικό Τμήμα) di questo sito che sia stata costruita dopo la scomparsa di Gian Piero Testa, a cui la Sezione è stata intitolata; a differenza di come era solito fare Gian Piero, che costruiva le sue pagine in modo unitario (inserendo, cioè, tutti i brani in un’unica pagina), qui è stata costruita una pagina per ogni brano, con gli opportuni rimandi e link. Non cambia però minimamente la sostanza; quel che, purtroppo, invece cambia per forza di cose è la mancanza di interazione con Gian Piero, il cui livello di conoscenza non solo della canzone e della musica di Grecia, ma dell’intera sua cultura e letteratura artistica e popolare era semplicemente inarrivabile.

Dell’essenza dei Ριζίτικα proposti da Markopoulos e Xylouris (e in parte eseguiti ancora dal fratello di Nikos, Andonis Xylouris “Psarandonis”) si parla meglio in alcune introduzioni ai singoli brani; in parte canti di lotta e resistenza e in parte brani di altra natura (ma comunque riconducibili sempre a una tradizione dalle quale emergono le dure condizioni di vita di una società arcaica), il loro insieme, così come strutturato e arrangiato dagli autori, era rivolto al presente. 1971. I grandi poeti greci esiliati o ridotti al silenzio si servono regolarmente della mitologia come metafora (Seferis e Ritsos in primis); ma una metafora sempre chiarissima e inoppugnabilmente diretta contro l’oppressione. Il fatto di riproporre antichissimi canti di lotta e di resistenza intendeva mettere in chiaro la vera natura della tradizione greca; e non è un caso che almeno due dei rizitika presenti nell’album erano stati anche canti della Resistenza armata antifascista durante l’Occupazione, dopo esserlo stati della Resistenza antiturca nei secoli passati. È il caso di quello che è il più antico dei canti presenti nell’album, Ο Διγενής [O Digenis], risalente in ultima analisi alla tradizione dei guerrieri Acriti del XII secolo e dei loro canti che rappresentano gli albori della letteratura neogreca. Tale canto, che fece parte di quelli della Resistenza antiturca del XVIII e XIX secolo, fu intonato anche dai partigiani greci durante l’occupazione nazifascista:

” Digenis agonizza
ma la terra ne ha paura
e trema la pietra tombale:
come farà a coprirlo?
Ché nel guardarla
dice parole di valoroso:

Magari la terra avesse scale
e il cielo maniglie
per farmici salire
e farmici aggrappare,
per ascendere al cielo,
per mettermici a sedere
e per farlo tremare! “

E non è un caso che lo stesso Xylouris prese proprio il rizitiko con cui si apre l’album, il terribile Πότε θα κάνει ξαστεριά, per dare sostegno e incitamento agli studenti del Politecnico ateniese in rivolta, nel novembre del 1973.

xylopoly

Riproponendo questa tradizione secolare, Markopoulos e Xylouris giocarono una terribile beffa alla Hounta che cianciava e blaterava di “tradizione ellenica” quando l’unica sua autentica tradizione era quella dei servi. E, andando al Politecnico insorto a cantare Pote na kanei xasterià, Xylouris volle indicare chiaramente chi egli considerasse i veri portatori della tradizione di libertà della Grecia: gli studenti antifascisti. Per questo motivo, e anche nei brani che apparentemente sembrano meno collegati a tutto questo, i Ριζίτικα sono un’opera fondamentale nella Resistenza alla dittatura. Come tale, è stata inserita integralmente.

Posted in Album | Tagged Grecia, Nikos Xylouris, Politecnico 1973

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