articolo di Marino Severini, da Il Mucchio Selvaggio, gennaio 2003
Sono passati ventun anni dalla morte di Joe Strummer, lo ricordiamo con un articolo scritto “a caldo” da Marino Severini dei Gang.
Joe lo Strimpellatore se n’è andato, per sempre. A darmi la notizia è stato Sandro, al telefono, con la voce di uno che si è appena svegliato, dopo una sbronza durata tre giorni. Incredulo lui, incredulo io. Improvvisa, feroce, crudele è arrivata di mattina e il giorno si è spezzato come e con un grido; ma in silenzio, dentro, nel fondo del profondo. Chi scrive deve molto a Joe lo strimpellatore, non tutto, ma di sicuro molto anzi di più.
Lui era “Il Clash”. Per me è stato l’ultimo dei profeti. C’è chi sulla sua strada ha incontrato Elvis, chi Dylan , chi, molto tempo prima Giovanni Battista o San Paolo o Francesco “il poverello”, a me è toccato lui : Joe Strummer. Da quel giorno in Piazza Maggiore a Bologna la mia vita non è stata più la stessa. Non sarà più la stessa da oggi in poi. Il vuoto che lascia è una voragine; nel mio ma anche in migliaia e migliaia di cuori. La strada dell’Appartenenza, la Fede : il Rock’n’Roll, senza di lui non saranno più la stessa “Cosa”. Si resta senza fiato; esci di casa, guardi lontano le montagne e senti sul viso una brezza fredda, che passa, veloce come …. L’alito del diavolo : la morte. E bestemmi una, due, tre volte ….poi ti arrendi e un nodo allo stomaco ti prende e non ti lascia più.
Non ho mai cercato di incontrarlo, né di farmi autografare la copia di London Calling, né di fare un tour insieme, no, Joe per me non era un uomo qualsiasi, era un eroe, un mito, e tale doveva restare. A questo mio infantile e forse stupidissimo principio sono rimasto sempre fedele. E così, che ci volete fare; non me la sono mai sentita di affrontare quell’emozione che molti di voi hanno provato nell’incontrarlo. L’ultima volta che l’ho visto è stato a Bologna sotto una pioggia incessante, fradicio io, i Gang al completo e un mio carissimo amico Marco Mezzetti dei Rato Blanco che abbraccio da lontano perché immagino che in queste ore sia a pezzi, lui che con Joe ha diviso strada, pullman, alberghi…. Ebbene nonostante la pioggia, il freddo nelle ossa, gli stivali zuppi ecc..sono bastati pochi minuti per sentirmi bene. Era tornato, con il passo giusto come un vecchio leone torna nella jungla. Dopo anni era lo stesso ma diverso, era cambiato, era molto più ….”zen”. Sembrava quasi un grande attore americano degli anni ’40 che impersonava Joe Strummer….Grande! Solo in qualche vecchio e bel film di Hollywood avresti potuto trovare quello “stile”, qualcuno che potesse assomigliare al vecchio Joe. Lui ha chiamato, io ho risposto e con me Sandro e i Gang e migliaia di band sparse sul pianeta terra. Grande ! Poiché Grande è il Rock’n’Roll ! Dopo di lui non ho più sentito sotto la pelle quell’emozione, quella commozione, quella catarsi, quell’essere nell’Essere. Lui è stato lo sciamano, il padrino, l’inizio e la fine. Tante voci, tanti suoni, tante belle canzoni, tante meraviglie ma mai niente che sfiorasse il suo stile. Quello che ti fa sentire “Unico ed Unito”, il rock’n’roll…Durante il pomeriggio di questo giorno grigio ed infame ho ricevuto tante telefonate di amici cari attraverso le quali c’è stata testimonianza del vuoto, dello smarrimento, dell’incredulità rispetto alla notizia della scomparsa di Strummer. La testimonianza di un bisogno di sentirsi vicini nel momento in cui muore una persona cara. Strummer per me è stato un fratello, quello più grande. Ogni scelta che ho fatto con i Gang l’ho sentito vicino o almeno mi sono sempre chiesto “che cosa direbbe di questo e quello”. Gli ho voluto bene e gliene vorrò sempre perché senza di lui la mia vita sarebbe stata diversa, certamente più noiosa. E’ stato un Viatico; attraverso i suoi amori ho conosciuto indirettamente, ho scoperto decine e decine di altre canzoni, di gruppi, di realtà, di bellezza e verità che a chiunque auguro di trovare durante la vita. Ho passato la giornata con mia figlia Clara che ha due anni, due mesi e quattordici giorni e con lei ho cercato di nascondere il mio sentimento triste, ma dentro di me ho sperato tanto che lei potesse incontrare durante il suo Viaggio un Joe Strummer, un uomo o una donna, un profeta che le regalasse quello che Strummer ha regalato a me e a milioni di ragazzi come me. Forse questo mio augurio, questo mio desiderio è il regalo di Natale più bello che possa farle in tempi ed in giorni come questi.
Quando Joe lo strimpellatore arrivò in città io vagavo fra le rovine della mia generazione e contavo i cadaveri e mai e poi mai sognavo di risorgere. Lui fu la “Revolution Rock” e ci insegnò che potevamo farcela, che dopo la Grande Sconfitta potevamo tornare a fare a pugni in Paradiso (come un Lone Ranger qualsiasi). E così fu, e così è, così sarà.
Grazie Joe per avermi regalato tutto quello di cui un ragazzo di provincia come me aveva bisogno allora più dell’aria, più dell’acqua : il fuoco. Un sorriso. Ci vuole un sorriso, un sorriso ci salva sempre e comunque. E io l’ho trovato questa sera e me lo sono immaginato quel vecchio Leone non appena è arrivato là nell’Altrove. Sono sicuro che la prima cosa che ha fatto è stata quella di chiedere a Gene Vincent il numero dello stabile dove è andato ad abitare, l’interno, l’appartamento di Elvis. Ed eccolo lì in cucina con il Re a strimpellare qualche classico e a convincere Elvis a fare qualche coretto. Sono sicuro che Elvis fra qualche mese cambierà residenza per sfuggire a quel casino….pensate che Festa, che putiferio, fino all’Alba del Giorno Dopo. Grande Joe! Joe Strummer è morto! W Joe Strummer!
Marino Severini
Commenti recenti