Ma quando ci riterranno ben sicuri,
circondati da bastoni e da fortezze,
crolleranno con fragore gli alti muri
e arriverà il giorno delle sorprese.
Così scriveva nel 1966 José Saramago in una profetica poesia (poi messa in musica da Manuel Freire) in cui, dopo aver tracciato un desolante ritratto della società portoghese sotto la dittatura, annunciava un prossimo “dia das surpresas“.
E la sorpresa arrivò la notte del 25 aprile 1974. Fu la trasmissione di Grândola vila morena di José Afonso (fino ad allora assolutamente proibita) dalle onde di “Limite”, il programma musicale quotidiano notturno di “Rádio Renascença“, un’emittente cattolica, che diede il segnale d’inizio, alla mezzanotte del 25 aprile 1974, alla Revolução dos cravos, la “Rivoluzione dei garofani” (così chiamata dai fiori che una venditrice ambulante si mise a offrire ai militari di sinistra la mattina del sollevamento, in Praça do Comércio) che mise fine alla dittatura fascista portoghese, che durava da cinquant’anni.
Una canzone scelta dai militari (assieme ad una canzonetta d’amore di Paulo de Carvalho, E depois do adeus, per il segnale di preallarme; con questo, anche tale canzone entrò nella storia) proprio perché parla di fraternità, di pace e di uguaglianza presa a simbolo da delle forze armate che, una volta tanto, fecero veramente il bene del loro popolo (interrompendo, tra le altre cose, le sanguinose guerre coloniali che stavano letteralmente dissanguando il Portogallo).
Come raccontò José Afonso stesso, Grândola vila morena era stata composta in omaggio alla Sociedade Musical Fraternidade Operária Grandolense (Grândola è una cittadina del sud del Portogallo), una delle prime cooperative e associazioni operaie severamente represse dal regime. José Afonso aveva tenuto uno spettacolo a Grândola il 17 maggio 1964, e fu esattamente in questa occasione che il cantautore aveva conosciuto il chitarrista Carlos Paredes.
Ma José Afonso era rimasto soprattutto impressionato dall’associazione: un “locale buio e privo di qualsiasi struttura, con una biblioteca, con chiari obiettivi rivoluzionari ed una disciplina generalizzata ed accettata da tutti i membri. Ciò rivelava una grande coscienza e maturità politica.”
Sin dal suo apparire, la canzone -che parlava di un’associazione proibita- fu anch’essa proibita. Per averla eseguita in pubblico più volte, José Afonso dovette subire numerosi arresti ed interrogatori da parte della polizia ordinaria e della PIDE.
Al momento della sua trasmissione come segnale d’inizio per l’abbattimento del regime fascista, Grândola era già una canzone-simbolo.
Ricorda lo stesso José Afonso:
“Non sapevo che la canzone fosse stata scelta per dare il segnale della Rivoluzione. Nei giorni immediatamente successivi non me ne resi neppure conto. Me ne accorsi quando cominciai a vedere masse di gente che la cantavano per strada; fu una sensazione strana, ma bellissima.”
Una canzone che a distanza di anni racconta l’atmosfera di quei giorni è As Brumas do Futuro, interpretata dai Madredeus per la colonna sonora del film di Maria de Medeiros “Capitães de Abril” (“Capitani d’Aprile”)
Ho preso sonno
con la sensazione
che avevamo cambiato il mondo
sul far del giorno
la moltitudine
gridava i sogni più profondi
Ma oltre a questo
un altro breve inizio
ha lasciato parole d’ordine
sui muri della città
spezzando le leggi della paura
è andato mostrando le strade
e a ognuno la voce
che era la voce di ogni cosa
la sua voce
la sua voce
Commenti recenti