Gracias a la vida è forse il più bell’inno alla vita in forma di canzone che sia mai stato scritto al mondo, quindi sarebbe già di per sé una canzone contro la guerra.
Può essere che sia una delle dieci canzoni più famose di tutti i tempi, e del tutto giustamente. È, del resto, una canzone che dice già tutto da sé, e una canzone che va diritta dentro ad ognuno di noi.
Fu scritta nel 1965 per una delusione d’amore; ed all’oggetto di quella delusione, Gilbert Favre, Violeta Parra volle comunque dedicarla per ringraziare la vita. Nel 1966 Violeta la incise a Santiago, accompagnata dai figli Ángel e Isabel; fu poi inserita nell’album intitolato Las últimas composiciones. Il 5 febbraio 1967 l’autrice di questo stupendo inno alla vita si suicida nel suo tendone da circo.
Non fu una canzone molto nota fino al 1971, quando l’argentina Mercedes Sosa, la Voz de América, la incise contribuendo a renderla notissima prima in Cile, e poi in tutto il mondo.
Con il golpe fascista di Pinochet, nel 1973, divenne praticamente un inno internazionale contro la dittatura, dato che è precisamente in quest’ottica che molta della sua fama planetaria deve essere letta: un inno alla vita contro la morte.
Nel 1974 venne incisa da Joan Baez, da Herbert Pagani, da Gabriella Ferri (anche lei morta suicida) e dalla finlandese Arja Saijonmaa, che la ha cantata sia nella sua madrelingua che in svedese. Questa versione era la canzone preferita dal primo ministro svedese Olof Palme socialdemocratico pacifista misteriosamente assassinato nel 1986.
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